My life in blue & yellow

Ciao ragazzi e benvenuti nel mio blog. Purtroppo il tempo per crearne uno, in queste prime tre settimane di vita americana, è stato davvero poco. L'intento è semplicemente quello di mettervi a conoscenza, mi auguro il più spesso possibile, di tutto quello che di strano, buffo, divertente e interessante capita qui (spero non solo ad Ann Arbor). Insomma, è un modo per darvi la possibilità di conoscere come procede la mia avventura USA. In questo modo spero di potere stare più vicino a tutti voi (genitori, parenti ed amici) .

Un consiglio per chi col computer ci fa a pugni. Nel blog troverete diversi link (foto, filmati, curiosità, ecc.). Ogni volta che cliccate su uno di essi si aprirà la pagina desiderata. Se volete che questa si apra in una scheda diversa da quella in cui vi trovate (questo almeno per gli utenti di Firefox e di Internet Explorer 7) basta tenere premuto il tasto CTRL al momento del click. In questo modo potrete aprire più link contemporaneamente e, cosa più utile, in schede diverse.

Non mi resta che dare inizio a questo viaggio insieme a tutti voi. Spero di tenervi aggiornati il più possibile e che la cosa vi sarà gradita.

Mando un abbraccio fortissimo a mia madre e mio padre e a tutti coloro che dall'Italia mi pensano e si chiedono: "Cosa starà facendo adesso? Ma perchè non si fa mai vivo?".

domenica 26 ottobre 2008

Amici miei atto II.

Hey guys,

come va? Qui è tornato il freddo. Ho ormai uscito il mio bel "giumbotto" col pellicciotto. Non so se sono più idiota io ad indossarlo oppure quelli che camminano ancora in magliettina ma con le braccia conserte e lividi in viso per il freddo. Le previsioni danno per le giornate di domani e Martedì addirittura la prima neve mista a pioggia. Beh, vi farò sapere se erano previsioni "fallocche" o attendibili.

Ma passando ad altro. Credo di essere diventato la mascotte dell'NCRB. Altri amici si aggiungono a quelli passati, tutti della stessa pasta dei precedenti, tutti over 50. Sembra che non appena sappiano che sono italiano facciano a turno per conoscermi. La cosa devo dire mi diverte non poco. Nelle new entries abbiamo:

  1. Glen (sembra il nome del deodorante). Con lui ho conosciuto il più anziano del gruppo. Ben 81 anni lo scorso Agosto. Lui ha attaccato bottone con la scusa delle elezioni che si terranno il 4 Novembre. Voleva sapere se avrei votato e per chi. Quando gli ho risposto che non ero americano mi ha chiesto da dove venissi. All'udire Italia un sorriso da 48 denti gli si è stampato sul volto. Gled, infatti, è un professore di storia della musica ormai in pensione ed ha trascorso diversi periodi in Italia, tra la Sicilia, la Toscana e la Lombardia, per i suoi studi. Naturalmente ha subito iniziato a dire qualcosa in italiano aggiungendo alla fine: "Mi capisci?" che mi ha ricordato tantissimo quando in "Johnny Stecchino", nella hall dell'hotel dove alloggia Maria, questa dice a Dante: "Johnny, mi capisci se parlo in italiano?" e lui risponde: "Yes e no, quacc cos, no tut tut!". Ricordate? E' una scena esilarante. Gled è innamorato della Sicilia, non ha fatto altro che parlare di quando è stato ad Erice e del panorama che si godeva da lassù.
  2. Lo stesso giorno, giusto qualche minuto dopo, si è fatto avanti Den. Lui è più giovane, avrà una cinquatina d'anni e non so perchè mi dà l'impressione di un ingegnere che fa la libera professione. Sarà perchè un lunedì mattina l'ho sentito lamentarsi per avere trascorso tutto il fine settimana alle prese con dei progetti. Ci siamo ritrovati seduti vicini e lui ha attaccato bottone dicendo: "E così vieni dalla Sicilia". Si era sorbito tutta la discussione tra me e Gled. La discussione è stata tutta quanta incentrata su come mi trovo ad Ann Arbor, cosa faccio qui e se mi sono abituato al freddo del Michigan. Mi ha dato anche qualche consiglio utile su come combatterlo.
  3. Il mio mito! Non so come definirlo. In realtà non ci siamo mai presentati. Non conosco il suo nome ma lui conosce il mio perchè è colui a cui tutte le mattine consegno il mio bel tesserino giallo canarino per accedere al centro. Mi saluta già appena varco la soglia d'ingresso, ancora a 20 metri dalla sua postazione, dicendo: "Good morning Antonio. How you doing?" Ormai da qualche mese insceniamo un paio di scenette settimanali. Al lunedì mattina, a seconda di chi chiede prima come va, l'altro, con aria emaciata, risponde: "Not bad for Monday!". Al venerdì, con sorriso stampato in volto, la risposta diventa: "Very well. It's Friday!". Non vi dico quando poi capita che ci sia qualche ponte festivo!
  4. Mister Tragedy. Lui l'ho conosciuto in sauna ed ogni volta ha qualche tragedia da raccontarmi. L'ultimo incontro risale a ieri mattina. Stavo quasi per uscire dalla sauna perchè stavo ormai bruciando anche l'ultimo neurone rimastomi, quando entra lui. Nemmeno il tempo di sedersi e: "Good morning, if I remember correctly you come from Spain, France?". Non appena siamo arrivati a Palermo e la Sicilia ha iniziato a raccontarmi dei suoi due fratelli che hanno fatto la II guerra mondiale proprio in Sicilia. Scene da film! Gli sono venute anche le lacrime agli occhi quando ha iniziato a raccontare del fratello più grande. Lui era un medico e ha rischiato più volte di morire sotto i bombardamenti. Sono stato ad ascoltarlo con tutto il rispetto e l'attenzione che meritava, almeno fino a quando il neurone ha reclamato un pò d'aria fresca e così, dopo dieci minuti, gli ho detto: "It's too warm for me!" e lui, seguendomi fuori dalla sauna: "Nice to talk with you."
Ah, ho scoperto il nome di BarbaLunga. Trattasi del nome più banale che possa avere un americano. Indovinate un pò? Frank.

See you soon guys. Bahave yourselves!

sabato 11 ottobre 2008

Michigan vs Toledo 10-13!

Hey guys,

oggi per la prima volta nella mia vita ho assistito ad una partita di football americano dal vivo. A volere essere precisi football e basta, dato che per gli americani il calcio è il "soccer". Un'esperienza che consiglio a tutti, soprattutto qui in Michigan dove il football è un pò come il calcio in Italia.

Lo spettacolo inizia già prima della partita quando per le strade di Ann Arbor si riversano migliaia di ragazzi, tutti rigorosamente vestiti di giallo (anche io per l'occasione ho indossato la mia bella maglietta giallo canarino con la scritta Michigan), che come in una lenta processione si diriggono verso lo stadio. Le strade sono gremìte di bancarelle che vendono "schifezze" di ogni genere, magliettine, gadgets e sono impestate dagli onnipresenti "bagarini".

A livello universitario, lo stadio dell'Università del Michigan è il più grande d'America e diverrà ancora più capiente quando avranno ultimato i lavori. Un vero e proprio monumento per la gente. Oggi abbiamo seguito la partita in più di 107.000 persone ma lo stadio ne può contenere, se ricordo bene, fino a 125.000. Se considerate che non si tratta della serie professionistica e che in Italia uno stadio come quello di San Siro può contenere circa 83.000 persone, potete immaginare quanto importante sia il football in Michigan.

Non avete nemmeno la più vaga idea di quanta gente ruoti intorno ad una squadra di football. Nonostante i giocatori che scendono in campo siano solo 12, credo di non esagerare se dico che ogni squadra possiede qualcosa come 100 giocatori (credo che l'Università del Michigan ne abbia 109). Se ne stanno tutti a bordo campo, con il casco già in testa e pronti ad essere chiamati in causa. Stanno tutti in fila quasi avessero il bigliettino per comprare la salumeria al supermercato.

Non parliamo dello staff. Ci sono almeno 3 coachs, il "defensive coach", "l'offensive coach", il "general coach" e sicuramente qualcun'altro. Indossano tutti una cuffia con microfono per comunicare tra loro. Non so se vi è mai capitato di vedere la scena di una partita in qualche film. Fidatevi, è la stessa identica cosa.
Poi ci sono le cheers leaders, che saranno un altro centinaio contando anche i ragazzi che fanno la parte più dura delle coreografie, come prendere le ragazze e farle volteggiare in aria, gli sbandieratori ed infine ogni squadra ha al suo seguito una banda che sarà costituita da almeno 200 elementi che incita la squadra durante tutta la partita con i cosidetti "cheers" (i nostri cori da stadio). La banda, insieme a cheers leaders e sbandieratori, ha anche il compito di intrattenere il pubblico con vere e propie performances dal vivo durante tutto il match ed in particolare durante l'intervallo di 20 minuti tra il secondo ed il terzo "quarter". Mi hanno detto che nei matches professionistici le performances, in genere, sono tenute da personaggi più o meno famosi del panorama musicale americano o mondiale. Insomma, si tratta di un vero e proprio spettacolo nello spettacolo.
Durante le mille e più pause che ci sono durante il match vengono anche celebrati personaggi locali che hanno ottenuto risultati più o meno prestigiosi nel mondo dello sport. Yezi mi ha detto che la settimana scorsa è stata la volta di Michael Phelps. Ricordate che vi ho detto che negli ultimi quattro anno ha vissuto e si è allenato ad Ann Arbor?

La partita in se è per se è eccitante. Pian piano inizi a capire anche le regole. E' divertentissimo vedere come ogni momento della gara sia accompagnato da gesti o coreografie del pubblico. Ad esempio, ogni volta che il Michigan calciava il pallone tutti iniziavano a invocare il nome di Zoltan, il giocatore addetto a calciare la palla, accompagnando le urla con il segno di una zeta disegnato dalle dita. Ogni volta che gli avversari attaccavano (avete presente quando c'è il tizio chinato che lancia la palla indietro al quarterback?) il pubblico faceva più rumore possibile per disturbare la fase di preparazione dell'attacco. Durante il cosiddetto "Key Game", tutti uscivano un mazzo di chiavi ed iniziavano ad agitarlo. Insomma, è stato davvero divertente!

Unici nei della partita, la durata (3 ore e mezzo oggi ma a volte si arriva anche a 4) e il fatto che il Michigan oggi abbia perso per 10 a 13 contro una squadra che tra l'altro nemmeno è fortissima, il Toledo. Mi hanno spiegato che la squadra del Michigan ultimamente è stata molto rimaneggiata a causa di tanti ragazzi che sono stati presi tra i professionisti. Così ci sono stati parecchi rimpiazzi non ancora integratisi alla perfezione nella squadra. Effettivamente, da quello che so, la squadra è stata una delle più forti nel panorama del football universitario degli ultimi anni e credo che presto tornerà ad esserlo di nuovo.

La cosa su cui però vorrei soffermarmi è la sportività della gente. Allo stadio la gente si diverte a "sfottere" gli avversari, a tifare e gufare ma nessuno si permette di andare mai sopra le righe. I tifosi delle due squadre si ritrovano a tifare insieme senza che per questo succedano incidenti. Ognuno è libero di indossare la maglia della propria squadra senza che per questo debba temere di essere picchiato. Anche prima e dopo il match i tifosi avversari vanno tranquilli in giro per Ann Arbor, per i locali e per le strade indossando fieramente i propri colori senza che per questo diventino bersaglio di insulti, offese o sfottò, anche quando la propria squadra vince a casa dell'avversario. Ma la cosa più emozionante, da pelle d'oca, è stata sentire i tifosi che applaudono un avversario che viene portato fuori in barella a causa di un infortunio. Nessuno che si sia rischiato a intonare qualcosa del tipo: "Devi morire!". Il tutto mentre si era a pochi minuti dalla fine e si era già sotto di 3 punti. Anche alla fine della gara la squadra avversaria è stata libera di andare sotto la propria curva a festeggiare con i propri tifosi senza che questo venisse avvisato come una provocazione fatta in casa dell'avversario. E dire che la gente tiene davvero tanto al risultato. Basta guardare le facce dei ragazzi alla fine della partita per capirlo. Gente che rimane con la testa tra le mani, che tira il cappellino per terra dalla stizza ma che al massimo si limita a gridare al cielo perchè abbiano fatto giocare quel tizio che non azzecca mai un lancio piuttosto che quello che non sa afferare un pallone al volo.

Sono rimasto davvero impressionato! Chissà se arriveremo mai a tanto nei notri stadi!

Enjoy your week-end!










Ma quanto siamo arabi?

Hey guys,

ma quanto siamo arabi noi sicilani? Ve lo siete mai chiesti?
Io forse sto iniziando a scoprirlo qui in America. Stanotte, per la prima volta da quando sono qui, mi sono sentito quasi a casa. Sapete quale è stata l'occasione? L'invito a cena da parte di Bobbàk, un nuovo "Ph.D. candidate" approdato alla corte di Valeriy. Bobbàk è iraniano.

Approfittando del fatto che il prossimo sabato Simone tornerà in Italia, ci ha invitati a cena per mangiare qualcosa di tipico della sua terra. Con noi, dalla Korea con furore, anche il mitico Jonho, anche lui Ph.D. candidate come Bobbàk. Meta della serata Dearborn, cittadina a mezz'ora di macchina da Ann Arbor.

Dearborn è molto vicina a Detroit e di Detroit credo abbia preso la parte peggiore, quella che ti mette addosso un pò di apprensione se ti trovi a girare da solo per strada e magari pure di sera. Qui si trova una delle più grandi comunità arabe del Michigan ed è proprio lì che Bobbàk ci ha portati. Il locale, di cui non ricordo assolutamente il nome, era molto carino. Assomigliava un pò a quelli che ultimamente sono sorti in zona "Champagneria" a Palermo. Naturalmente abbiamo lasciato che Bobbàk ordinasse anche per noi. Ha preso un vassoio talmente grande da stare a fatica dentro il tavolo. Non esagero se dico che avrebbero potuto sfamarcisi ben sei persone. E' stato qui, per la prima volta, che mi sono sentito quasi a casa. Il vassoio, a parte insalata, patatine fritte e vari risi, presentava una parte centrale con: spiedini di pollo, spiedini di carne (sapete di quelli con la cipolla messa a separare un pezzo dall'altro?), quello che noi in Italia chiamiamo Kebab, ma che in realtà loro chiamano "Gyros" per via dello spiedo verticale su cui lo cuociono, sia di carne che di pollo ed infine una specie di spiedino a metà tra le "stigghiole" e la salsiccia. Ho scoperto che per gli arabi il kebab è la carne e a seconda di come questa viene cucinata assume diversi nomi che comunque contengono sempre la parola kebab al loro interno. Credetimi, se fossimo stati seduti su un prato, con la puzza di "carne di crasto" ad allietare i nostri olfatti, avrei pensato di essere al Bosco della Ficuzza nel giorno di Pasquetta!
Dopo la cena Bobbàk ha insistito perchè andassimo in un "dessert place", come lo ha chiamato lui. Eravamo talmente pieni e soddisfatti che avremmo voluto solo tornare a casa ("panza china voli riposo") ma alla fine, per non dispiacerlo, visto anche quanto era stato gentile, abbiamo accettato. Anche qui, appena entrato, mi sono sentito quasi a casa. L'unica cosa di diverso dai locali palermitani erano le palme (vere) all'interno della sala e gli addobbi di Halloween che qui festeggiano con la stessa tempistica con cui noi festeggiamo il Natale in Italia. Il locale aveva una vasta area centrale con tavolini e sedie e a giro le classiche vetrine da pasticceria divise in tre diverse zone. La prima era dedicata solo ai gelati e al bar, la seconda era per l'esposizione della pasticceria mignon e la terza era per le torte e i dolci più particolari. Per un attimo ho avuto anche l'illusione di avere trovato i dolci con la ricotta ma naturalmente è rimasta solo un'illusione. Bobbàk ha insistito perchè prendessimo qualcosa e siccome eravamo pieni abbiamo preso giusto una coppa di gelato (anche se più che una coppa sembrava un secchio) da dividere in quattro. Che strano ritrovarsi seduto al tavolino di un bar a mangiare il gelato dalla stessa coppa con un iraniano ed un koreano. E' vero, c'era anche Simone ma lui si è limitato giusto ad un assaggio. Io sarei potuto pure scoppiare ma al gelato non avrei mai rinunciato!
E' stato alla fine della serata, durante il viaggio di ritorno, tra il gelato e la carne che facevano a gara a chi arrivava prima in gola, che ho pensato: "Ma quanto ci sarà di arabo in noi siciliani?". Probabilmente ci sarà qualcosa di più importante su cui basarsi, ma credo che questa serata potrebbe essere un buono spunto per una tale riflessione. In fondo, ad essere sincero, credo di non allontanarmi molto dalla verità se rispondo "più di quanto possiamo immaginare!".

Have a good digestion!

domenica 5 ottobre 2008

I miei nuovi "amichetti"!

Hey guys,

tempi duri qui ad Ann Arbor. Raggiunti già gli 0 °C! Non so dove arriveremo per il mese di Gennaio, ma il freddo non mi fa più paura dopo che ho schierato in campo l'artiglieria pesante (leggi piumone).

Oggi vorrei parlarvi dei miei nuovi "amichetti". Mi verrebbe quasi da cantare "eravamo quattro amici al bar" di Gino Paoli. Li ho conosciuti all'NCRB (North Campus Recreational Building), la versione michiganiana del CUS, tanto per intenderci. Si tratta di 4 simpatici "birbantelli" dall'età media di 60 anni, Bill, David, Ran e e e... non ricordo il nome. Facciamo così, il quarto, vista la folta barba che gli ricopre il viso, lo chiameremo BarbaLunga.

Il primo, in ordine di conoscenza, è Ran, un ragioniere dalla sessantina d'anni. Mi ricorda vagamente un mio vecchio zio che faceva il carabiniere e morto quando ero ancora piccolo. Saranno i baffetti.
Ran è il più curioso. E' stato lui a prendere l'iniziativa chiedendomi cosa facessi qui ad Ann Arbor. Da quando ha saputo che vengo dalla Sicilia non fa altro che chiedere della "mafia". Una volta, accidenti a me a quando l'ho fatto, gli ho parlato del "pizzo" e da allora ogni venerdì si presenta con la mano protesa in avanti, gesto tipico di chi è venuto a riscuotere, e pronuncia sempre le stesse parole: "Antonio, today is friday. No pizzo? No gym!". Ma per fortuna la sua curiosità si spinge ben oltre. Ha voluto sapere cosa fa mio padre in Sicilia, se è un professore (il fatto che io sia un dottorando gli fa pensare che anche mio padre lavori nell'ambito accademico), di cosa mi occupo nella mia ricerca, quale è la differenza tra "ciao" e "arrivederci". A volte fa domande che mi lasciano di stucco per l'arguzia, sembra che le prepari la sera prima. Ad esempio, dato che sa che mi occupo di erosione del suolo, mi ha chiesto quali sono gli interventi che prendiamo in Sicilia per contrastare tale fenomeno, se ci sono opere ingegneristiche specifiche, se cambiamo tipo di coltivazioni ecc. Sembra quasi che abbia studiato l'argomento.

Il secondo è stato Bill. Lui lo osservavo già da tempo perchè ha tutta l'aria di una persona interessantissima. Anche il modo di parlare è di quelli che ti ipnotizza. Bill è il più giovane della quaterna, avrà una cinquantina d'anni. Parla tedesco, francese e capisce un pò di italiano. Non so perchè ma mi ha sempre dato l'impressione di essere un medico. Sarà per l'aspetto o per il fatto che tutti, ogni mattina, a turno vanno a riferirgli dei propri acciacchi. Lui, con enorme disponibilità e cortesia, si sofferma a parlare un pò con loro e a consigliare quali rimedi prendere. A volte è lui stesso, di sua iniziativa, che si premura di chiedere come va, se ci sono stati miglioramenti o no. Anche con Bill il primo a fare la prima mossa è stato lui. Ha approfittato del fatto che spesso ci incontriamo la mattina per strada quando vado a correre.

E proprio Bill mi ha presentato a David e BarbaLunga.

David ha 71 anni ed è quello che mi sta più simpatico di tutti. E' un professore della UMICH ormai in pensione ed a guardarlo non si direbbe proprio che abbia 71 anni. Ha origini tedesche ma è nato in una cittadina vicina Chicago .Ogni volta ha migliaia di cose da raccontarmi. Non so perchè ma credo di fargli particolarmente simpatia. Mi ha raccontato che è nato ad un blocco dalla casa dove viveva Al Capone ma che non lo ha mai visto perchè nel periodo in cui lui era ragazzino "Al" era già in prigione. Anche lui è una persona estremamente interessante. Ha passato diversi anni in Europa durante il periodo militare, viaggiando in auto da un posto ad un altro. E' una di quelle persone che ogni volta che guardi o che ascolti ti fa pensare: "Magari alla sua età fossi come lui!".

BarbaLunga avrà anche lui una cinquantina di anni, forse 55. E' un professore universitario alla facoltà di Scienza della Formazione della UMICH. Ogni volta che mi incontra mi dice "Pponggionnnno!" ed io: "Buongiorno!". A maggio, in cincomitanza con la partenza del Giro d'Italia da Palermo, ha trascorso un mese in terra nostrana per un tour in bicicletta alla scoperta delle tradizioni e dei sapori tipici della Sicilia. Data la pancia che si porta a "zonzo", direi che si sia dedicato soprattutto ai "sapori tipici". Lui forse è il più allegro. Ha sempre un sorriso contagioso stampato sul volto, oltre ad una faccia che sprizza simpatia da tutti i pori.

Ognuno di loro è di un attivo pazzesco. Sembra un pò di rivivere il set di "Cocoon", quando ci sono quei vecchietti che ringiovaniscono grazie agli effetti di una piscina dall'acqua miracolosa. Tutte le mattine il trio Bill, David e BarbaLunga fa una passeggiata di 5 km per poi andare ad allenarsi in palestra. Ran addirittura fa tutti i giorni mezz'ora di cardiofitness (step, cyclette, tappeto), per poi fare un'altra mezz'ora di attività in palestra e quindi andare a nuotare dieci vasche in piscina.

A proposito di piscina (non c'entra nulla col post di oggi ma muoio dalla voglia di dirvelo). Sapete che Michael Phelps, il pluri-medagliato olimpico di Pechino 2008, fino a quest'anno si è allenato qui ad Ann Arbor? Qualcuno dice addirittura che lo facesse nella stessa piscina dove nuoto io. Questo non lo so se è vero però mi sono documentato ed ho scoperto che da quando il suo allenatore storico è venuto ad allenare la squadra dei "wolverine" qui alla UMICH, lui si è trasferito qui ad Ann Arbor per seguirlo.

...Between 2004 and 2008, Phelps attended the University of Michigan in Ann Arbor, Michigan, studying sports marketing and management (tratto da Wikipedia).

Ma tornando ai miei "amichetti". Insomma, sapevo che venire in USA mi avrebbe fatto fare nuove esperienze e tantissime conoscenze, ma mai di questo tipo. Credevo avrei conosciuto tanti altri universitari, ragazzi della mia età con cui uscire, divertirmi, condividere esperienze e quant'altro.
La cosa devo dire che mi fa un pò sorridere e mi diverte perhè mi rendo conto di come ci sia tanto da imparare da queste persone che hanno saputo trarre il meglio dalle loro vite e che cercano di trasmettere il loro sapere ai più giovani. Chissà che un giorno non mi ritrovi in giro per le strade di Ann Arbor con qualcuno di loro a mangiare un gelato o seduto ad un tavolo di un ristorante a mangiare una pizza. Perchè no, di sicuro sarebbe interessante!

See you soon guys.

giovedì 2 ottobre 2008

ARRieccomi e ARRieccolo!

Hey guys,

tranquilli sono ancora vivo! Ultimamente gli impegni si moltiplicano in misura esponenziale! Ogni volta che penso: "Dai, arriva la scadenza e poi mi riposo un pò!", ne arriva una nuova ancora più urgente della precedente. Grazie a Dio Ann Arbor non offre molto spazio a svago e divertimenti! Se ci aggiungete che Ottobre ha portato con se una simpatica ondata di gelo il quadro è completo.

Sembra che il freddo e il nuovo mese si siano dati appuntamento. Scattata la mezzanotte dell'1 Ottobre è arrivato anche il freddo (3 °C la minima della notte). Una notte insonne, passata a cercare un pò di calore rannicchiandomi il più possibile sotto le coperte. Comunque ho già provveduto! Ieri sera ho uscito il piumone da "battaglia", quello in "piume d'oca sintetiche". Aspetto ancora che qualcuno mi spieghi cosa voglia dire "piume d'oca sintetiche". Sono le piume di un'oca in versione Robocop? Non so, intanto mia madre continua a dirmi che non sono piume d'oca originali ma piume d'oca sintetiche. Originali o no devo dire che compiono molto bene il loro lavoro!

Il piumone è sofficissimo, di quelli belli "pacioccosi" che ti fanno venire voglia di stare a letto nelle giornate di inverno, "accoffolato" al calduccio mentre fuori fa un freddo boia e magari piove o nevica (parlo di Ann Arbor, non di Palermo).

Anche la mattina non si scherza, ormai bisogna andare vestiti con maglione, "giumbotto", cappellino e guanti (per la sciarpa aspetto qualche altro giorno, non vorrei che la gente mi guardasse come se fossi completamente imbecille). Figuratevi che all'università hanno già riacceso i riscaldamenti!

Anyway, nice to see you again!

Spero di riprendere a scrivere un pò più spesso visto che molti di voi me lo hanno anche chiesto. Mi raccomando, fate i bravi e riguardatevi. Da quel che so anche a Palermo c'è un freschetto insolito. Magari, qualora ne aveste bisogno, chiedete a mia mamma dove potere comprare un piumone dalle piume d'oca sintetiche!

Take warm!