Hey guys,
here we go! Come promesso, dopo le ultime settimane di lavoro intenso, ritorno a scrivere qualcosa della mia vita “michiganiana”.
Come già accennato l'ultimo periodo è stato davvero molto denso di impegni e faticoso da un punto di vista lavorativo, ma allo stesso tempo molto gratificante. Ormai sto entrando nel vivo della mia ricerca e devo dire che la cosa si va facendo sempre più intrigante e coinvolgente, merito anche di un Valeriy che mi sta aprendo la mente ad un nuovo modo di vedere le cose. Sicuramente per una persona che abbia voglia di dedicarsi alla ricerca qui si trova un terreno molto fertile e, soprattutto, delle condizioni di lavoro ottimali, di sicuro molto più che in Italia.
Ma tralasciando le noiose questioni lavorative! Questa settimana si è aperta all’insegna del “funny”. La prima cosa strana ad essermi capitata è stata quella di imbattermi in una donna vestita da spiderman, con i-pod e cuffie, che se ne andava in giro per la strada, camminando tra l’altro su un muretto (forse per essere sicura di essere notata), a lanciare ragnatele e a saltare da un posto all’altro. Arrivata al semaforo ho temuto volesse arrampicarsi al palo della luce per balzare con un salto dall’altro lato della strada ed invece si è semplicemente limitata a schivare le macchine proprio come Spiderman avrebbe scansato i suoi nemici in volo.
Un altro incontro strano è stato quello di ieri al Cedar Point (di cui adesso vi parlerò più nel dettaglio). Stavamo facendo la fila per un gioco ed un tizio, che tra l'ltro stava proprio dietro di noi, ad un certo punto inizia a dimenarsi e a cantare ad alta voce, con tratti in falsetto che neanche i "Cugini di Campagna". Vi dico solamente che si muoveva in modo così frenetico che intorno a lui si sarà creato un vuoto di almeno 5 metri per lato. Probabilmente nemmeno i “Take That” nei loro anni d’oro si dimenavano a quel modo. Dire che era uno spettacolo esilarante è dir poco! La cosa che non riesco a capire è se qui in America questi personaggi sono considerati normali o se semplicemente la gente è abituata ad assistere a scene del genere, perché se ne stava li a guardare e sorridere quasi come se ciò a cui stesse assistendo fosse normale. Noi lo avremmo semplicemente appellato come “fuodde”.
Ma veniamo alla giornata di ieri trascorsa al Cedar Point. Il Cedar Point è un enorme parco divertimenti che si trova a Sandusky in Ohio, sul Lago Erie (o Eire), a 200 km circa da Ann Arbor, una specie di Gardaland o Mirabilandia ma all’n-esima potenza. Vi dico solo che mentre in un parco italiano trovereste al massimo una sola montagna russa qui ce ne erano ben 17 tipi differenti, di tutte le forme e, soprattutto, per tutti gli stomachi. Non sapevo se essere più eccitato o terrorizzato (non ero mai stato su una montagna russa prima di ieri), anche perché il Cedar Point è famoso in quanto detentore del record della montagna russa più alta (la "Millennium" con i suoi quasi 100m di altezza) e quella più veloce al mondo (la "Dragster" che raggiunge una velocità di 192 km/h in 4 secondi). E con cosa potevo fare il mio "battesimo della montagna russa"? Col bassotto? No, naturalmente con la "Millennium"! Ragazzi, sono rimasto freddo ed impassibile fino alla prima “hill”, tra l’altro proprio la più alta del mondo, proprio come farebbe un pugile davanti al più terribile degli avversari, dopo credo che lo stomaco mi sia arrivato in gola per almeno un centinaio di volte. Una discesa che definire verticale sarebbe un eufemismo, un’accelerazione incredibile. Il problema è che di questi scollinamenti ce ne sono stati almeno tre ed ognuno sembrava peggiore del precedente. Non so quante capovolte, attorcigliamenti vari avremo fatto nell’aria. In una parola? Sconvolgente! La cosa più divertente è stato rivedersi alla fine nelle foto che i “bastardi” ti fanno durante il giro, facce che più che in un parco divertimenti sembravano essere state fotografate in una sala delle torture.
La seconda montagna russa che Laura e company mi hanno fatto provare è stata la “Mantis” ed hanno pure aggiunto: “After the Millennium it will be a joke!”. Ho così commesso l'errore più grande che potessi fare, lo stesso errore che commettono le squadre di calcio quando, convinte della loro forza per avere ottenuto un risultato importante contro un avversario valoroso, soccombono la domenica dopo sotto le "pallonate" di una squadra di valore inferiore per il semplice fatto di avere peccato di presunzione sottovalutando l'avversario. E così la “mantide” mi ha letteralmente steso. In tutta la giornata è stata l’unica montagna russa ad avermi provocato per più di una volta senso di nausea e vomito e ad avermi procurato un dolore enorme alle gambe. Infatti, il problema principale è stato che non dovendo stare seduti ma dritti in piedi le gambe erano sottoposte a delle pressioni micidiali. Potevi quasi sentire il sangue che si accumulava alle ginocchia e ristagnava lì. Credo di essere sceso di almeno 10 cm più corto.
Che poi mi chiedo: “Ma come si fa in questi casi a prendere delle precauzioni contro il vomito?”, ma soprattutto: “Cosa succede se quello seduto avanti a te è colto da una di queste crisi e le da sfogo?”.
Così ho smesso di provare l’emozione delle montagne russe per dedicarmi a cose più tranquille, come osservare i pazzi incoscienti che provavano la “Drugster” (dovevate vedere le loro facce), fare un giro sulla ruota panoramica o andare semplicemente in giro per il parco con Laura e Simone mentre il resto della compagnia ne provava tutte le attrazioni. Non hanno tralasciato un gioco, compresi “Drugster”, "Power Tower" (una macchina infernale che ti porta ad una quota di quasi 100 metri per poi farti ricadere in caduta libera) e la "maXair". Ah, l’incoscienza dei vent’anni! Io dall’alto dei miei quasi 30 (mi fa paura solo a pensarci) mi sono goduto lo spettacolo del Lago, che a dire la verità di lago ha ben poco se non il nome. In realtà sembra di stare più al mare, con lo sguardo che si perde all’orizzonte e tanto di spiaggia di sabbia bianca dove la gente prende il sole, fa il bagno e tutte le attività tipiche della stagione balneare. Anche il tempo ieri è stato dalla nostra. Una giornata favolosa come ancora non ne avevo viste qui in America. Un sole caldo e finalmente costante che ci ha permesso di tornare a casa anche un po’ abbronzati, soprattutto Morgan, una ragazza dal colorito talmente chiaro da essere diventata subita rossa aragosta.
A fine mattinata, naturalmente, ci siamo ritirati in una delle zone pic-nic per consumare i nostri pranzi. Io e Simone, a dire il vero, non eravamo pronti all’evento dato che l’invito ci è stato fatto la sera prima, ma Laura e company hanno pensato anche a questo. Il pranzo è stato un tipico pranzo a sacco americano, ricco di cose insane e per niente nutrienti. Il menù presentava panini con burro d’arachidi, che prima di allora avevo sentito nominare solamente nelle serie tv americane, patatine, snack vari e, cosa che mi ha scioccato più di tutte, la NUTELLA. Appena l’ho vista che gli occhi mi siano strabuzazti fuori dalle orbite e loro, con fare incredulo e sorpreso, mi hanno chiesto: “Do you know the Nutella?”. Io conosco la Nutella?, non so magari pensavate che fosse americana?
Insomma, se non fosse stato per la Nutella, che ha risollevato un po’ le sorti del pranzo, sarebbe stato un disastro. E per finire hanno insistito perché provassimo le “Elephant ears”, una specie di frittella gigantesca, da mangiare in almeno dieci persone, cosparsa completamente di olio e zucchero. Una cosa disgustosa! Sono riuscito a mangiarne giusto un pezzettino per non dispiacerle e mi sono defilato dicendo che era troppo dolce per me. Credetemi, una cosa immangiabile.
Dopo pranzo è ripreso il tour del parco e mentre le solite scatenate continuavano a provare tutte le diavolerie del parco io, Simone e Laura abbiamo visto uno spettacolo acrobatico di bikes, skates, rollerblade e qualunque altra cosa che avesse le ruote e abbiamo tranquillamente passeggiato e chiacchierato. Ma te pareva che la cosa potesse finire lì? NO! Ed infatti, prima di andare via hanno insistito perché provassi il “Raptor”, la montagna russa dove stai con i piedi a penzoloni. Avrei volentieri passato la mano ma non mi sembrava tanto carino, soprattutto nei confronti di Laura che aveva parlato di questa montagna russa tutta la mattina. E così ho deciso di accettare l'invito. Prima di andare, con mia grande sorpresa, è venuto Simone con aria tronfia che mi ha detto: “Forse siamo fortunati, sono passato adesso davanti il “Raptor” ed è chiuso per manutenzione”. Non potete capire che gioia. Già la mia mente stava iniziando ad inscenare il mio finto dispiacere. Così ci dirigiamo verso il “Raptor” ma, così come Simone mi aveva anticipato, era chiuso. La delusione delle ragazze si leggeva loro in volto. Nonostante ciò non si sono abbattute ed hanno deciso di mettersi in fila nell’attesa che riaprissero il gioco. Io dal canto mio ero tranquillo perché pensavo fosse ormai troppo tardi perché decidessero di riaprirlo e lì ho commesso il secondo errore della giornata. Infatti, dopo circa venti minuti di attesa, hanno riaperto il “Raptor”. E così mi sono trovato ad inscenare un nuovo falso sentimento, questa volta di gioia. Per fortuna il “Raptor” si è rivelato molto clemente, e con mia enorme sorpresa, anche estremamente divertente, al punto di farmi balenare in mente l’idea di fare un altro giro. Ma ormai era ora di rimettersi sulla strada del ritorno verso Ann Arbor. Davanti a noi altre due ore di viaggio in auto con la fatica tipica che si avverte al termine di una giornata divertente ed appagante passata in compagnia di amici ed all’aria aperta.
Il viaggio è stato un’altra cosa da raccontare. In America, dove anche se solo fai finta di attraversare un incrocio con l’arancione ti becchi l’ergastolo come minimo, noi ci siamo fatti 200 km ad andare e 200 km a tornare, con una cinese (Adrie) nel portabagagli di una Jeep. Dovevate vederla. All’andata si è addormentata seduta come una piccola “geisha” ed al ritorno si è addirittura sdraiata, munita di coperta e cuscino, e si è addormentata come se fosse nel letto di casa sua. Abbiamo fatto dal Michigan all’Ohio, e viceversa, con una cinese nel portabagagli! Solo in America!
Have a good week!