My life in blue & yellow

Ciao ragazzi e benvenuti nel mio blog. Purtroppo il tempo per crearne uno, in queste prime tre settimane di vita americana, è stato davvero poco. L'intento è semplicemente quello di mettervi a conoscenza, mi auguro il più spesso possibile, di tutto quello che di strano, buffo, divertente e interessante capita qui (spero non solo ad Ann Arbor). Insomma, è un modo per darvi la possibilità di conoscere come procede la mia avventura USA. In questo modo spero di potere stare più vicino a tutti voi (genitori, parenti ed amici) .

Un consiglio per chi col computer ci fa a pugni. Nel blog troverete diversi link (foto, filmati, curiosità, ecc.). Ogni volta che cliccate su uno di essi si aprirà la pagina desiderata. Se volete che questa si apra in una scheda diversa da quella in cui vi trovate (questo almeno per gli utenti di Firefox e di Internet Explorer 7) basta tenere premuto il tasto CTRL al momento del click. In questo modo potrete aprire più link contemporaneamente e, cosa più utile, in schede diverse.

Non mi resta che dare inizio a questo viaggio insieme a tutti voi. Spero di tenervi aggiornati il più possibile e che la cosa vi sarà gradita.

Mando un abbraccio fortissimo a mia madre e mio padre e a tutti coloro che dall'Italia mi pensano e si chiedono: "Cosa starà facendo adesso? Ma perchè non si fa mai vivo?".

sabato 31 maggio 2008

Altro che Jumanji!!!

Hey guys,

avete presente il film del 1995 "Jumanji" con Robin Williams per protagonista? Per chi non lo avesse visto, si tratta di un film in cui due ragazzini scoprono per caso un gioco che è capace di trasportare ad ogni tiro di dado gli elementi più pericolosi delle foreste amazzoniche e africane nel presente.
Bene, questa settimana, per almeno 2 minuti, mi sono sentito una pedina del gioco. E` successo tutto lunedì pomeriggio, proprio il giorno del Memorial Day. Dopo che Valeriy mi ha fatto il "bidone" non presentandosi all'università per "family business", ho deciso di andare a fare una corsetta nel parco del North Campus. Arrivato a metà persorso circa, proprio in uno dei viali del parco, ho attraversato due minuti di terrore puro.
Tutto è iniziato per colpa di un'oca. Dovete sapere che questi animali, all'apparenza così pacifici e calmi, amano starsene tra i prati ed i viali del campus a gironzolare e mangiare. Una di queste, che se ne stava sul mio stesso viale, forse sentitasi minacciata dalla mia presenza, ha aperto le ali e col collo ritto ed il becco spalancato ha iniziato ad emettere un sibilo molto simile a quello di un cobra che si prepara a sferrare l'attacco. Tra l'altro aveva un filo d'erba che le usciva fuori dal becco, a mò di lingua di serpente per l'appunto, che la faceva assumere un aria ancora più minacciosa. Ma lasciamo perdere l'oca! Il massimo che mi posso aspettare è che mi faccia una "lampiata" con le ali. Non dico che sarebbe piacevole, ma non credo sarebbe nemmeno così pericoloso.
Nemmeno il tempo di voltarmi ed un "bambi", che come sapete sono frequenti qui ad Ann Arbor, attraversa all'improvviso il viale dove mi trovavo mettendo a dura prova le mie coronoarie. Ho rischiato un infarto! Ma passiamo oltre. In fondo i cerbiatti, con quei loro occhioni dolci, sono così carini che non gli si può volere male.
La cosa che non riuscirò a dimenticare è quella capitatami 15 secondi dopo. Se c'è una cosa che mi terrorizza è la vista dei serpenti e tutto avrei potuto immaginare tranne che qui ad Ann Arbor, a questa latitudine e con questo clima, potessero essercene. E invece a quanto pare ci sono e sono anche pericolosi. Avevo appena svoltato una curva e me lo sono visto lì davanti agli occhi, bello tranquillo in mezzo al viale che si crogiolava al sole. Stavo anche per mettergli un piede di sopra ma grazie ad un riflesso improvviso sono riuscito a saltarlo. Lui, forse spaventato più di me, si è ritirato subito in mezzo alle steppe ma ciò è bastato a farmi venire una bella "strizza". E` durato tutto un attimo ma è rimasto fotografato nella mia mente. Era a chiazze marroni e grigio-gialline. Quando mi sono documentato ho scoperto che si tratta di un "eastern diamondback rattlesnake" ovvero un "serpente a sonagli" molto diffuso nell'America Settentrionale che sembra essere anche molto pericoloso.
Credetemi, preferirei trovarmi in pieno Oceano Pacifico alle prese con un "Big White" ma non incontrare nuovamente sulla mia strada un serpente.

Enjoy your week-end!

lunedì 26 maggio 2008

Memorial Day!

Hey guys,

oggi qui in America è il "Memoria Day", una giornata di festa nazionale istituita per la commemorazione di tutti quegli uomini che hanno perso la vita durante il sevizio militare prestato per la Patria. A quanto pare è una giornata molto sentita se tante attività che hanno continuato a lavorare anche per il giorno di Pasqua oggi si sono fermate.
Anche io, dal canto mio, avevo pensato di prendermi un giorno di pausa, almeno parziale, nel senso che avevo programmato di rimanermene a casa a lavorare col mio laptop, tanto più che oggi avrei potuto godere anche di una buona connessione ad internet dato che Carol è andata per qualche giorno in Canada e mi ha lasciato il suo modem.
Sapete, stare a casa, anche se per lavorare, ha sempre un gusto diverso che recarsi nel proprio ufficio. Puoi riposare di più, puoi prenderti delle pause per qualche spuntino fuori programma e soprattutto puoi cucinarti un bel piatto di pasta all'ora di pranzo. Ed invece? Invece no, anche oggi sono a lavorare in ufficio con l'aggravante che penso di essere l'unico. Intorno a me il deserto!
Valeriy, il quale è stato fuori per ben due settimane, ha infatti deciso di tornare proprio il giorno del "Memorial Day" e ieri mi ha scritto una e-mail chiedendomi se potevamo vederci per parlare di alcune cose. E cosa potevo rispondergli se non: "I have not any other engagements on monday!". E che impegni vuoi che abbia un italiano in America per una giornata che potremmo quasi definire il nostro "giorno dei morti"? Così non solo non festeggio le feste italiane ma neanche quelle americane!

Io non capisco, parti per due settimane, Dio solo sa per andare dove e fare cosa, e decidi di tornare di lunedì e per giunta un lunedì di festa. Ma in Russia sapete cosa sono i "ponti lavorativi"?

Have a good week!

domenica 25 maggio 2008

Cedar Point.

Hey guys,

here we go! Come promesso, dopo le ultime settimane di lavoro intenso, ritorno a scrivere qualcosa della mia vita “michiganiana”.
Come già accennato l'ultimo periodo è stato davvero molto denso di impegni e faticoso da un punto di vista lavorativo, ma allo stesso tempo molto gratificante. Ormai sto entrando nel vivo della mia ricerca e devo dire che la cosa si va facendo sempre più intrigante e coinvolgente, merito anche di un Valeriy che mi sta aprendo la mente ad un nuovo modo di vedere le cose. Sicuramente per una persona che abbia voglia di dedicarsi alla ricerca qui si trova un terreno molto fertile e, soprattutto, delle condizioni di lavoro ottimali, di sicuro molto più che in Italia.

Ma tralasciando le noiose questioni lavorative! Questa settimana si è aperta all’insegna del “funny”. La prima cosa strana ad essermi capitata è stata quella di imbattermi in una donna vestita da spiderman, con i-pod e cuffie, che se ne andava in giro per la strada, camminando tra l’altro su un muretto (forse per essere sicura di essere notata), a lanciare ragnatele e a saltare da un posto all’altro. Arrivata al semaforo ho temuto volesse arrampicarsi al palo della luce per balzare con un salto dall’altro lato della strada ed invece si è semplicemente limitata a schivare le macchine proprio come Spiderman avrebbe scansato i suoi nemici in volo.
Un altro incontro strano è stato quello di ieri al Cedar Point (di cui adesso vi parlerò più nel dettaglio). Stavamo facendo la fila per un gioco ed un tizio, che tra l'ltro stava proprio dietro di noi, ad un certo punto inizia a dimenarsi e a cantare ad alta voce, con tratti in falsetto che neanche i "Cugini di Campagna". Vi dico solamente che si muoveva in modo così frenetico che intorno a lui si sarà creato un vuoto di almeno 5 metri per lato. Probabilmente nemmeno i “Take That” nei loro anni d’oro si dimenavano a quel modo. Dire che era uno spettacolo esilarante è dir poco! La cosa che non riesco a capire è se qui in America questi personaggi sono considerati normali o se semplicemente la gente è abituata ad assistere a scene del genere, perché se ne stava li a guardare e sorridere quasi come se ciò a cui stesse assistendo fosse normale. Noi lo avremmo semplicemente appellato come “fuodde”.

Ma veniamo alla giornata di ieri trascorsa al Cedar Point. Il Cedar Point è un enorme parco divertimenti che si trova a Sandusky in Ohio, sul Lago Erie (o Eire), a 200 km circa da Ann Arbor, una specie di Gardaland o Mirabilandia ma all’n-esima potenza. Vi dico solo che mentre in un parco italiano trovereste al massimo una sola montagna russa qui ce ne erano ben 17 tipi differenti, di tutte le forme e, soprattutto, per tutti gli stomachi. Non sapevo se essere più eccitato o terrorizzato (non ero mai stato su una montagna russa prima di ieri), anche perché il Cedar Point è famoso in quanto detentore del record della montagna russa più alta (la "Millennium" con i suoi quasi 100m di altezza) e quella più veloce al mondo (la "Dragster" che raggiunge una velocità di 192 km/h in 4 secondi). E con cosa potevo fare il mio "battesimo della montagna russa"? Col bassotto? No, naturalmente con la "Millennium"! Ragazzi, sono rimasto freddo ed impassibile fino alla prima “hill”, tra l’altro proprio la più alta del mondo, proprio come farebbe un pugile davanti al più terribile degli avversari, dopo credo che lo stomaco mi sia arrivato in gola per almeno un centinaio di volte. Una discesa che definire verticale sarebbe un eufemismo, un’accelerazione incredibile. Il problema è che di questi scollinamenti ce ne sono stati almeno tre ed ognuno sembrava peggiore del precedente. Non so quante capovolte, attorcigliamenti vari avremo fatto nell’aria. In una parola? Sconvolgente! La cosa più divertente è stato rivedersi alla fine nelle foto che i “bastardi” ti fanno durante il giro, facce che più che in un parco divertimenti sembravano essere state fotografate in una sala delle torture.

La seconda montagna russa che Laura e company mi hanno fatto provare è stata la “Mantis” ed hanno pure aggiunto: “After the Millennium it will be a joke!”. Ho così commesso l'errore più grande che potessi fare, lo stesso errore che commettono le squadre di calcio quando, convinte della loro forza per avere ottenuto un risultato importante contro un avversario valoroso, soccombono la domenica dopo sotto le "pallonate" di una squadra di valore inferiore per il semplice fatto di avere peccato di presunzione sottovalutando l'avversario. E così la “mantide” mi ha letteralmente steso. In tutta la giornata è stata l’unica montagna russa ad avermi provocato per più di una volta senso di nausea e vomito e ad avermi procurato un dolore enorme alle gambe. Infatti, il problema principale è stato che non dovendo stare seduti ma dritti in piedi le gambe erano sottoposte a delle pressioni micidiali. Potevi quasi sentire il sangue che si accumulava alle ginocchia e ristagnava lì. Credo di essere sceso di almeno 10 cm più corto.
Che poi mi chiedo: “Ma come si fa in questi casi a prendere delle precauzioni contro il vomito?”, ma soprattutto: “Cosa succede se quello seduto avanti a te è colto da una di queste crisi e le da sfogo?”.
Così ho smesso di provare l’emozione delle montagne russe per dedicarmi a cose più tranquille, come osservare i pazzi incoscienti che provavano la “Drugster” (dovevate vedere le loro facce), fare un giro sulla ruota panoramica o andare semplicemente in giro per il parco con Laura e Simone mentre il resto della compagnia ne provava tutte le attrazioni. Non hanno tralasciato un gioco, compresi “Drugster”, "Power Tower" (una macchina infernale che ti porta ad una quota di quasi 100 metri per poi farti ricadere in caduta libera) e la "maXair". Ah, l’incoscienza dei vent’anni! Io dall’alto dei miei quasi 30 (mi fa paura solo a pensarci) mi sono goduto lo spettacolo del Lago, che a dire la verità di lago ha ben poco se non il nome. In realtà sembra di stare più al mare, con lo sguardo che si perde all’orizzonte e tanto di spiaggia di sabbia bianca dove la gente prende il sole, fa il bagno e tutte le attività tipiche della stagione balneare. Anche il tempo ieri è stato dalla nostra. Una giornata favolosa come ancora non ne avevo viste qui in America. Un sole caldo e finalmente costante che ci ha permesso di tornare a casa anche un po’ abbronzati, soprattutto Morgan, una ragazza dal colorito talmente chiaro da essere diventata subita rossa aragosta.

A fine mattinata, naturalmente, ci siamo ritirati in una delle zone pic-nic per consumare i nostri pranzi. Io e Simone, a dire il vero, non eravamo pronti all’evento dato che l’invito ci è stato fatto la sera prima, ma Laura e company hanno pensato anche a questo. Il pranzo è stato un tipico pranzo a sacco americano, ricco di cose insane e per niente nutrienti. Il menù presentava panini con burro d’arachidi, che prima di allora avevo sentito nominare solamente nelle serie tv americane, patatine, snack vari e, cosa che mi ha scioccato più di tutte, la NUTELLA. Appena l’ho vista che gli occhi mi siano strabuzazti fuori dalle orbite e loro, con fare incredulo e sorpreso, mi hanno chiesto: “Do you know the Nutella?”. Io conosco la Nutella?, non so magari pensavate che fosse americana?
Insomma, se non fosse stato per la Nutella, che ha risollevato un po’ le sorti del pranzo, sarebbe stato un disastro. E per finire hanno insistito perché provassimo le “Elephant ears”, una specie di frittella gigantesca, da mangiare in almeno dieci persone, cosparsa completamente di olio e zucchero. Una cosa disgustosa! Sono riuscito a mangiarne giusto un pezzettino per non dispiacerle e mi sono defilato dicendo che era troppo dolce per me. Credetemi, una cosa immangiabile.

Dopo pranzo è ripreso il tour del parco e mentre le solite scatenate continuavano a provare tutte le diavolerie del parco io, Simone e Laura abbiamo visto uno spettacolo acrobatico di bikes, skates, rollerblade e qualunque altra cosa che avesse le ruote e abbiamo tranquillamente passeggiato e chiacchierato. Ma te pareva che la cosa potesse finire lì? NO! Ed infatti, prima di andare via hanno insistito perché provassi il “Raptor”, la montagna russa dove stai con i piedi a penzoloni. Avrei volentieri passato la mano ma non mi sembrava tanto carino, soprattutto nei confronti di Laura che aveva parlato di questa montagna russa tutta la mattina. E così ho deciso di accettare l'invito. Prima di andare, con mia grande sorpresa, è venuto Simone con aria tronfia che mi ha detto: “Forse siamo fortunati, sono passato adesso davanti il “Raptor” ed è chiuso per manutenzione”. Non potete capire che gioia. Già la mia mente stava iniziando ad inscenare il mio finto dispiacere. Così ci dirigiamo verso il “Raptor” ma, così come Simone mi aveva anticipato, era chiuso. La delusione delle ragazze si leggeva loro in volto. Nonostante ciò non si sono abbattute ed hanno deciso di mettersi in fila nell’attesa che riaprissero il gioco. Io dal canto mio ero tranquillo perché pensavo fosse ormai troppo tardi perché decidessero di riaprirlo e lì ho commesso il secondo errore della giornata. Infatti, dopo circa venti minuti di attesa, hanno riaperto il “Raptor”. E così mi sono trovato ad inscenare un nuovo falso sentimento, questa volta di gioia. Per fortuna il “Raptor” si è rivelato molto clemente, e con mia enorme sorpresa, anche estremamente divertente, al punto di farmi balenare in mente l’idea di fare un altro giro. Ma ormai era ora di rimettersi sulla strada del ritorno verso Ann Arbor. Davanti a noi altre due ore di viaggio in auto con la fatica tipica che si avverte al termine di una giornata divertente ed appagante passata in compagnia di amici ed all’aria aperta.

Il viaggio è stato un’altra cosa da raccontare. In America, dove anche se solo fai finta di attraversare un incrocio con l’arancione ti becchi l’ergastolo come minimo, noi ci siamo fatti 200 km ad andare e 200 km a tornare, con una cinese (Adrie) nel portabagagli di una Jeep. Dovevate vederla. All’andata si è addormentata seduta come una piccola “geisha” ed al ritorno si è addirittura sdraiata, munita di coperta e cuscino, e si è addormentata come se fosse nel letto di casa sua. Abbiamo fatto dal Michigan all’Ohio, e viceversa, con una cinese nel portabagagli! Solo in America!

Have a good week!

domenica 18 maggio 2008

AAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!

Hey guys,

sorpresi di rivedermi in web?
Mi dispiace essere stato lontano per così tanto tempo ma purtroppo queste settimane sono state davvero calde, naturalmente non meteorologicamente parlando (sembra di stare andando, giorno dopo giorno, verso l'inverno piuttosto che verso la calda stagione).

Ultimamente tanti di voi mi hanno scritto chiedendomi che fine avessi fatto, come mai il mio blog si fosse fermato al 30 di Aprile. La cosa mi ha fatto molto piacere in quanto l'ho interpretata come una manifestazione di affetto e forse anche di dispiacere, da parte di alcuni, per non potere leggere ciò che ho da dire attraverso le pagine del mio blog. Grazie di vero cuore per il calore mostratomi! Queste piccole cose mi fanno capire quanto alcune persone tengano a me!

Purtroppo nelle ultime settimane ho dovuto lavorare davvero tanto. Ho fatto anche le prime nottate in ufficio! Tutto ciò naturalmente è andato a discapito sia del tempo da dedicare alla scrittura che di quello da trascorrere in compagnia della gente ed in giro per Ann Arbor, limitando così ogni esperienza da cui trarre spunto per le mie storie; un cocktail perfetto per inibire la mia "vena lirica", come qualcuno di voi l'ha definita!

Adesso va un pò meglio, nel senso che ho ancora tanto da lavorare ma posso permettermi dei ritmi meno frenetici. Per intenderci, adesso almeno le mie sere le posso passare a casa! Spero di potervi aggiornare con qualcosa di interessante già da questa settimana, magari nel week-end, raccontandovi qualcosina di nuovo della mia "vita michiganiana", di Ann Arbor, dei suoi avvenimenti e della sua gente.

Per il momento accontentavi di sapere che sto bene, che lavoro tanto, che fa ancora freddino ma che sono tanto tanto felice, sereno e soddisfatto della mia vita attuale.

Have a great week!