My life in blue & yellow

Ciao ragazzi e benvenuti nel mio blog. Purtroppo il tempo per crearne uno, in queste prime tre settimane di vita americana, è stato davvero poco. L'intento è semplicemente quello di mettervi a conoscenza, mi auguro il più spesso possibile, di tutto quello che di strano, buffo, divertente e interessante capita qui (spero non solo ad Ann Arbor). Insomma, è un modo per darvi la possibilità di conoscere come procede la mia avventura USA. In questo modo spero di potere stare più vicino a tutti voi (genitori, parenti ed amici) .

Un consiglio per chi col computer ci fa a pugni. Nel blog troverete diversi link (foto, filmati, curiosità, ecc.). Ogni volta che cliccate su uno di essi si aprirà la pagina desiderata. Se volete che questa si apra in una scheda diversa da quella in cui vi trovate (questo almeno per gli utenti di Firefox e di Internet Explorer 7) basta tenere premuto il tasto CTRL al momento del click. In questo modo potrete aprire più link contemporaneamente e, cosa più utile, in schede diverse.

Non mi resta che dare inizio a questo viaggio insieme a tutti voi. Spero di tenervi aggiornati il più possibile e che la cosa vi sarà gradita.

Mando un abbraccio fortissimo a mia madre e mio padre e a tutti coloro che dall'Italia mi pensano e si chiedono: "Cosa starà facendo adesso? Ma perchè non si fa mai vivo?".

domenica 30 marzo 2008

See you soon Jorge!

Hey guys,

alla fine Jorge se ne è andato! E' arrivata la bella principessa (Adriane) col suo fido compagno (un cagnolino di nome Ten) a rapire il cuore del principe e a portarlo con se in un altro castello.

Adriane e Ten sono arrivati nella casa di Pontiac Trail due settimane fa, nell'attesa di trovare un'altra sistemazione. Questa settimana, dopo avere trovato una nuova casa, hanno iniziato il trasloco ed io, naturalmente, non potevo esimermi dal dare al mio "amichetto" una mano. Mi sembrava il minimo dopo tutto l'aiuto che mi ha dato in questi ultimi due mesi. E così eccomi alle prese con divani, scatole, vettovaglie e PIANTE, migliaia di piante, note anche con il termine scientifico di "raste". Mia madre in confronto ad Adriane ha il pollice viola! Figuratevi che alla fine ne ho rimediate due anche per la mia stanza, non so se in segno di gratitudine o perchè non sapevano più dove metterle. Tra il materiale anche una lavatrice ed un'asciugatrice entrambe dal peso infernale.
E se c'è qualcuno che le carica chi c'è a scaricarle? Indovinate un pò? Di nuovo io. Insomma, abbiamo iniziato alle 5 del pomeriggio ed abbiamo terminato alle 22:30. Bottino della giornata, a parte le due piante di cui sopra, una crema idratante per le mani quasi terminata, una pizza margherita, una fetta di tiramisù ed un cappuccino. Beh, tutto sommato non mi è andata tanto male.

La casa dove sono andati a vivere Jorge, Adriane e Ten è molto carina, una specie di cottage in mezzo alla foresta a mezz'ora da Ann Arbor, dopo il distretto di Chelsea. Sembra di stare sul set de "La casa nella prateria", anche se la foresta in cui si trova la casa mi ricorda di più quello de "La strega di Blair". Dovevate vedere la felicità che sprizzava dalle loro facce. Anche Ten sembrava eccitato, quasi capisse della novità. A sprazzi mi sembrava di leggere nei suoi occhi la felicità che leggevo in quelli del mio amatissimo Chicco quando arrivavamo in quel di Trabia e si rizzava contro il finestrino, con quella coda ciondolante da una parte all'altra, quasi a voler dire: "Hey, ci sono anche io!". Avremo impiegato venti minuti solo per percorrere lo sterrato che dalla statale porta a casa. Va bene che la strada non era delle migliori e che quindi doveva essere percorsa a velocità moderata, ma che ogni due minuti Jorge si fermasse per ammirare qualcosa ha notevolmente incrementato il tempo di percorrenza. E la prima volta il lago ghiaccitao e dopo il sole che stava tramontando (qui anche io ho goduto dello spettacolo) e poi le "cows", che ho capito essere le mucche solo per associazione al termine "cow-boy", e poi le renne e poi.. e poi... e poi. Ora dico io, va bene fermarsi e guardare ma che ogni volta abbassasse i finestrini per osservare il panorama, quasi fossero fatti di criptonite e lui fosse Superman, era un pò seccante. Gioa mia, io capisco la tua eccitazione ma tu cerca di capire che, nonostante qualcuno dica che anche qui sia arrivata la primavera, ci sono ancora 0°C e siamo in mezzo ad una foresta. La neve che vedi a bordo strada ti suggerisce niente? Figuratevi che per un certo tratto di strada ha anche aperto il tettuccio della macchina per godere dell'aria di campagna!
Comunque, sono stato molto contento di avergli dato una mano. E' una persona che se lo merita davvero. Fino alla fine mi ha lasciato dicendo che se ho un problema, che se voglio uscire con loro basta fare una telefonata, addirittura mi ha detto che se per le feste (Giorno del ringraziamento, Indipendence day, ecc.) non andranno in visita dai parenti di Adriane in Mississipi, sono invitato a casa loro. Gentile fino all'osso!

A fine serata mi ha portato a mangiare fuori e siccome io avevo già in programma di mangiare la mia prima pizza in terra americana, alla domanda: "What do you prefer?" ho risposto senza esitazione: "Pizza?". Siamo stati al "Cottage Inn", altro posticino in cui tornare. Si tratta di una catena di ristoranti - pizzeria sparsa in tutta l'America e lo stesso Jorge mi ha detto che proprio vicino casa nostra, "pardon" mia, ce ne è uno. Certo, non vi dico che il posto vada annoverato nella "Guida Michelin" per la sua qualità ma è comunque accettabile. Per lo meno non mi hanno presentato il menù con la pizza e l'ananas o la mela. Qui fanno differenza anche tra la pizza a crosta "fine" (thin) e la pizza a crosta "spessa" (thick). Fesso che sono ho preso quella a crosta fine e solo dopo ho visto quella spessa. Sarà per la prossima volta! Dopo la pizza abbiamo preso il dolce e con mia grande sorpresa leggo tra le voci della carta dei desserts: "Cannoli". Subito chiedo se la crema è "ricotta cheese". Attimo di panico! Il cameriere mi risponde: "I'll figure out!" (cercherà di scoprirlo) e si fionda nella cucina. Dopo un minuto esce con non so chi (forse lo chef o il proprietario) e li vedo confabulare indicando con le teste il nostro tavolo, quindi si riavvicina e mi chiede: "Are you italian?" Alla risposta affermativa mi guarda come se fossi della DIGOS o, peggio ancora, della "SICS" (nota lega per la Salvaguradia e l'Integrità del Cannolo Siciliano) e mi dice con voce incerta: "No, it isn't ricotta cheese". Dopo averlo fulminato con lo sguardo e dopo avere colto nei suoi occhi il terrore per l'eresia appena pronunciata, ecco che la mia scelta, al ricordo di un cannolo ripieno di crema pasticcera, mangiato in quel di Ragusa, e di uno sdegnoso che di più non si poteva, ricade sul tiramisù mentre Jorge, ormai incuriosito dal mio elogio al "cannolo siciliano", sceglie comunque i cannoli. Devo dire che non trattavasi di ricotta ma che comunque erano gradevoli al palato, tant'è che mi sono ripromesso di prenderli la prossima volta (insieme alla pizza con la crosta spessa naturalmente)!

Bye bye o mio cubano! Chi mi aiuterà adesso col mio inglese, chi risponderà ai miei mille dubbi sul modo di dire una cosa piuttosto che un'altra, con chi parlerò della mia giornata mentre cucino?
Il pulcino è ormai cresciuto. E' ora di spiegare le ali e di imparare a volare da solo. Speriamo solo che non faccia un capitombolo come quello della settimana scorsa!

Have a good night, maybe awakening!

venerdì 21 marzo 2008

E la chiamano primavera!

Hey guys,

che bello, finalmente dopo tanta attesa è arrivata la primavera. Già, oggi 21 Marzo è entrata la primavera. E' primavera..... vero? Vi prego ditemi che è così perchè qui forse il mondo va al contrario. Dopo i piccoli passi in avanti fatti nei giorni passati con qualche giorno di pallido sole e temperature che hanno toccato i 10°C, oggi, con l'avvento della primavera per l'appunto, è tornata la neve. E che neve! Da quando sono qui non ha mai nevicato così. Eppure questa mattina, quando sono uscito di casa per andare all'università, c'era un bel sole che era di buon auspicio all'arrivo della nuova stagione. Poi intorno alle 15:00 ha iniziato a nevicare ed ancora non ha smesso. La cosa tragica è che il meteo prevede nevicate almeno per tutto il fine settimana di Pasqua ed in parte, forse, anche per la prossima settimana. Se siamo fortunati qualche piccola schiarita la si avrà intorno a mercoledì. Accidenti, proprio adesso che avevo pulito e rimesso nel loro scatolo gli scarponi che avevo comprato qui proprio a causa della neve. Mi toccherà riprenderli!
Immaginate che è caduta talmente tanta neve da mettere in ginocchio la città. Per la prima volta dacchè sono qui ho visto Ann Arbor bloccata, code chilometriche di macchine. Non immaginate che puzza di bruciato in giro per le strade. Perchè? Ma perchè tante macchine, soprattutto quelle che si trovano in salita, non riescono ad andare e così, nella vana speranza di farle camminare, i conducenti premono sull'acceleratore generando delle "sgommatine" stile festeggiamento da vittoria in Moto GP. Per fortuna che c'è la neve altrimenti credo potrebbero sciogliersi!
La cosa inizia a diventare a tratti snervante. Avete presente quando vi sembra di girare costantemente intorno alla stessa cosa senza prendere una direzione precisa? Ecco, la sensazione è quella. Un giorno sembra che si vada incontro alla bella stagione, il giorno dopo che dovremo patire ancora il freddo ed il cattivo tempo e dopo ancora la sensazione della primavera alle porte... Bastaaaaa!

Have a good night!

Buona Pasqua a tutti!

Hey guys,

colgo l'occasione del blog per fare a tutti voi e alle vostre famiglie i miei più sentiti auguri di una Buona e Santa Pasqua.



Mi raccomando, festeggiate come si deve e soprattutto ingozzatevi fino a scoppiare per il giorno di Pasquetta. Ah, se potete conservatemi qualcosina (carne di "crasto", "cacuocciuli", cassata, "sasizza", pasta al forno, rimasugli di uova di pasqua magari Kinder, ecc.). Accetto tutto!
Io purtroppo passerò il giorno di Pasquetta in dipartimento a lavorare e non vi nascondo che probabilmente vi penserò con un pò di acquolina in bocca, immaginando i sapori e i profumi tipici di queste giornate, e anche con un pò di invidia. Non me ne vogliate.

Bye, enjoy your week-end!

domenica 16 marzo 2008

Dumpling night!!!

O mio Dio! Vi state chiedendo cosa sia un dumpling? Bene, vi dirò che è un qualcosa che può assumere i connotati più vari e che stanotte, purtroppo per me , ha assunto il peggiore di questi.
La traduzione italiana di dumpling è "raviolo". Immaginate la mia gioia (per chi mi conosce a tavola sa cosa voglio dire) quando Valeriy mi ha invitato ad una serata "dumpling". La cosa che forse non sapete, e che nemmeno io sapevo fino a qualche ora fa, è che il dumpling è una specialità tipica di diverse culture. Lo fanno in Siberia, lo facciamo noi in Italia (che Dio benedica i nostri ravioli) e purtroppo lo fanno anche in Cina. Indovinate un pò che dumpling mi è toccato mangiare questa sera? Italiano? Siberiano? NO, Cineseeeeeeeeee!
Ragazzi, da dimenticare. Ad un certo punto, per la disperazione, mi sono buttato su un piatto di insalata di pomodoro e cipolle crude, e sottolineo crude, fatta da Tatiana (la moglie di Valeriy). C'è stato un momento in cui mi veniva da piangere per quanta cipolla avevo ingoiato. Unica nota positiva del cibo di questa sera dei biscotti con le gocce di cioccolato. Avrei finito tutto il pacco ma mi è venuta in apparizione mia madre dicendomi, come fa di solito in queste situazioni: "Datti una contenuta!". Santa donna!

A parte il cibo da dimenticare, la serata è stata un'altra di quelle da incorniciare. Trattavasi di un gruppo di colleghi di Tatiana, che è una post-doc in archeologia o qualcosa del genere, davvero molto simpatico. Finalmente ho conosciuto anche qualche ragazza carina! La cosa che più mi ha colpito della serata è stata la mia intraprendenza con la lingua. Per la prima volta ho avuto la sensazione che i giorni trascorsi qui in America siano serviti a qualcosa. Per tutta la sera ho interagito, preso parte ai discorsi e, cosa più importante, senza far ridere gli altri a causa del mio inglese bislacco. Chissà perchè ma la gente è sempre interessata all'Italia e alla nostra cultura e così , quando sa che sei italiano, ti tartassa di domande.

Non parliamo poi di Valeriy. Sempre più simpatico. Quando la gente viene a conoscenza del fatto che è un professore rimane incredula. Effettivamente, sarà anche per l'aspetto, risulta un pò difficile associargli, almeno in situazioni del genere, la veste del prof. Vi dico solo che in un dumpling ha messo, volutamente, tanto di quel pepe (dice che è la tradizione siberiana) che per poco non dovevamo portare la cinesina che l'ha beccato all'ospedale per soffocamento.
Ho trascorso molto tempo a parlare e a ridere con lui e Tatiana. Mi ha fatto parecchie domande sulla mia famiglia e sulla mia vita in Italia ed è rimasto affascinato dal fatto che mio padre sia un "intagliatore di legno" e che mia sorella dipinga la ceramica, ma ancora di più del fatto che facciano questo per vivere (almeno mia sorella visto che mio papà, malgrado non lo voglia accettare, è ormai un pensionato). Pensava lo facessero per hobby. Poi ho capito il perchè di tanto interessamento. Mi ha spiegato che in Russia ha fatto la scuola d'arte e che una delle sue passioni è quella di intagliare il legno. Mi ha raccontato diverse storielle tipiche della Siberia e puntualmente alla fine si piegava in due dalle risate. Insomma, ogni giorno di più cade quell' "alone di prof" che gli avevo disegnato intorno.

Piccolo messaggio subliminale per mia zia Antonia: "Sai che Valeriy viene proprio da uno di quei paesi siberiani di cui mi hai mostrato le foto e dove ci sono inverni con -50°C? Mi ha detto che il record è di addirittura -77°C!"

Tornando a noi e alla serata. Volevo fare solo una piccola riflessione perchè poi è ora di andare a nanna anche per me (a proposito di Valeriy, è andato a farsi una sauna al North Campus). Durante la serata ho pensato a quello che una volta mi disse una mia amica a proposito di qualcosa capitatole in Spagna. C'è un fotografo, di cui non ricordo il nome, famoso per aver fotografato, non so se lo fa ancora, gruppi di persone (ma gruppi enormi di persone) completamente nudi. Bene, questa mia amica ha preso parte ad una di queste foto. Naturalmente la prima cosa che le ho chiesto è stata come si fosse sentita in quella situazione e lei mi ha risposto che subito dopo i primi istanti del tutto tranquilla perchè in quella situazione trovarsi nudi era la normalità. Sarebbe stato molto più strano trovarsi in quell'ambience da vestiti. Direte voi: "E che c'entra?". Un attimo, se state pensando che fossimo tutti nudi vi sbagliate! Una delle particolarità della serata erano i piedi scalzi. Appena arrivati abbiamo trovato una distesa di scarpe sparse per l'ingresso e naturalmente ci siamo adeguati alla situazione. A metà serata ho visto che solo uno dei ragazzi lì presenti aveva un paio di scarpe che non ha tolto nemmeno per un attimo. Perchè? Il dubbio nasce spontaneo! Tutte le volte che lo guardavo, l'occhio cadeva su quelle scarpe e puntualmente pensavo ai buchi che doveva avere nelle calzette. Avete presente quelli da cui vi esce tutto quanto il "pollicione"? Anche lui sembrava un pò in difficoltà ed ogni volta lo trovavi in un angolino diverso della casa. Ecco, era in questi momenti che pensavo alle parole della mia amica dando alle sue parole il giusto peso. Spesso la nostra "normalità", purtroppo, dipende da ciò che ci circonda! Pensateci.
E dopo questa ennesima perla di saggezza vi lascio perchè il sonno prende il sopravvento e temo che le perle possano trasformarsi in qualcos'altro, ammesso che non lo abbiano già fatto .

Have a good night!

sabato 15 marzo 2008

Mondello? No, Kerry Town!

Hey guys,

finalmente ci si ritrova. Scusate l'assenza ma i ritmi iniziano a farsi serrati e quindi anche trovare il tempo per scrivere diventa difficile.
Settimana calma qui ad Ann Arbor, caratterizzata da belle giornate (per più giorni abbiamo avuto anche temperature di 10°C) e dal cambio dell'ora (adesso fa buio intorno alle 20:00 e siamo solo a marzo).
Per il resto, a parte una caduta spettacolare, degna dei migliori films comici e tanto lavoro all'università non ho fatto tanto.

Per quanto riguarda la caduta, avete presente quelle scene in cui il cameriere, con annesso vassoio di spaghetti, vola a gambe all'aria (cosa tra l'altro vissuta in real-time al matrimonio di mia cugina Nella) o in cui c'è il classico "sfigato" che becca la buccia di banana per strada facendo un giro di quasi 360° per aria ed atterrando naturalmente sul suo di dietro? Perfetto. Fino a qualche giorno fa credevo che tutto ciò andasse contro le leggi della fisica, che fosse un'esagerazione per suscitare le risate degli spettatori. Oggi vi posso assicurare (chiedete al mio bel fondo schiena per la conferma) che se beccate una lastra di ghiaccio su una strada in leggera pendenza e voi la state percorrendo in discesa (che è la cosa peggiore che vi possa capitare) le leggi della fisica si possono stravolgere. So solo che in quella frazione di secondo in cui ho gravitato in aria mi è tornata in mente la scena del film "Mamma ho perso l'areo", che sicuramente ognuno di voi avrà visto almeno una volta nella sua vita, in cui Macaulay Culkin, per difendersi dai ladri, butta dell'acqua sul vialetto d'ingresso facendo fare un bel volo a Joe Pesci. Non potete capire che male! Credevo di essermi rotto in quattro. Per fortuna ho rimediato solo un bel livido sul popò.

Del mio lavoro non penso vi importi molto, a parte a qualcuno. Vabbè passiamo ad altro. L'ectoplasma Chris continua a manifestarsi ed in modi molto carini. Dopo un invito a cena giovedì sera, invito che, ahimè, ho dovuto rifiutare, si è ripresentato questa mattina, intorno all'ora di pranzo, per invitarmi a mangiare del pesce insieme a lui in uno dei posti più caratteristici di Ann Arbor. Il posto è sito in Kerry Town e, per l'esattezza, si tratta del "Kerrytown Market & Shops". E' una sorta di centro con tanti piccoli mercati dove vendono pesce, frutta, carne, formaggi e tanto altro ed in più trovi un "coffee" e dei ristorantini. Al piano di sopra ci sono tanti piccoli negozi in cui vendono souvenirs e cose locali. Devo dire che è un posto molto caratteristico, molto "english" come qualcuno lo ha definito. Sembra una piccola città nella città che ha poco a che vedere con lo stile americano. Solo una volta arrivati ho riconosciuto, tra i tanti locali, lo "Zingherman's shop" che è il locale dove mi portò il primo giorno Roger per il pranzo ed in cui, a detta sua, fanno i sandwiches più buoni della città. Come dargli torto! Lo dimostra il fatto che per entrare c'è una fila che non vi dico. Questo posto, così come mi ha detto Chris, è anche conosciuto come il negozio del "world food" e basta entrarci per capire il perchè. Ci ho trovato il gelato (scritto proprio in italiano), una ragazza con una maglietta con scritto su "ancora ancora, più forte più forte, meglio meglio" (a voi l'interpretazione che più vi piace), la cioccolata italiana e anche l'acqua Panna, non aggiungo altro. C'è anche un bel "farmer shop" all'aperto, popolatissimo soprattutto in primavera ed in estate, che se volete potete un pò paragonare ai nostri "Ballarò, Capo, Vucciria" e chi più ne ha più ne metta. E con mia grande sorpresa tutto ciò è a soli 10 minuti di strada da casa mia. Ma andando al pranzo. Siccome tra i tanti nomi nel menù non ci capivo niente mi sono affidato a Chris e lui non ha deluso le mie aspettative. Mi ha fatto mangiare una zuppa di frutti di mare che da siciliano devo dire era buonissima ed una "mussels soup" ovvero una "zuppa di cozze". Ragazzi non vi dico che bontà. Era cucinata con pomodoro, ceci, limone, cipolla, aglio, il tutto accompagnato da pane, per l'immancabile scarpetta, e da un bel bicchiere di vino, scherzo acqua con ghiaccio. Ragazzi, ringraziamo tutti in coro Chris!
Dopo un pranzo condito, come al solito, da tante chiacchere e da mille domande di Chris abbiamo incontrato Bishec (credo si scriva così) ovvero la "ragazza di Chris" (finalmente ha un nome). Lei era con i suoi genitori che da Istanbul sono venuti qui a farle visita. Due persone simpaticissime, soprattutto il papà. Tra l'altro, dato che lui per sei anni ha lavorato a Milano, abbiamo potuto parlare in italiano e bere un caffè (unico neo della giornata) proprio da Zingerman's. Non vi dico in quel tavolo. Il papà di Bishec parla italiano, francese, tedesco, inglese, la mamma capisce solo un pò di italiano, Bishec parla inglese, spagnolo e si rifiuta di parlare l'italiano, Chris inglese e spagnolo e così dacchè si parlava in inglese a che di colpo si svoltava all'italiano e dopo al turco per fare capire la mamma e dopo un'altra volta all'inglese e dopo ancora all'italiano. Insomma, un pranzo divertente e davvero piacevolissimo. Purtroppo ho dovuto lasciare la compagnia perchè non posso rinunciare al mio solito appuntamento da "Kroger" ma credo ci rivedremo tutti quanti questa sera. Speriamo di bissare il pranzo!

See you soon!

sabato 8 marzo 2008

La materializzazione di Chris!

Hey guys, come va in quel di Palermo?

Notte folle con Chris! Che sorpresa, tutto avrei potuto immaginare ma non che quest'uomo fosse un pazzo scatenato. A guardarlo (bassino, "panza" tipica di chi lo sport nemmeno lo guarda in tv, barbetta, occhialino da intellettuale, parlata da maggiordomo) avrei detto che fosse un tipo tranquillo ed invece ieri sera c'è stata la metamorfosi. Un uomo che nel mio immaginario si trasforma da topo di biblioteca a ballerino - spogiarellista nei locali per sole donne!

La serata era iniziata con un "misunderstanding". Quando sono arrivato a casa ho trovato la porta della stanza di Chris aperta e così l'ho salutato. Lui ha risposto al saluto e mi ha chiesto se mi andava di unirmi a lui e ad alcuni amici per una serata in un "night club". "Perchè no!" ho risposto. Una serata ad ascolatare musica e a bere qualcosa era un'ottima occasione per socializzare ed allenare il mio inglese. Per ricambiare la cortesia gli ho chiesto se voleva farmi compagnia nel mangiare un pò di pasta e lui, forse per ricambiare al mio precedente non rifiuto, non si è fatto pregare rispondendomi: "I love pasta!" Ho cucinato, impiattato, servito ed alla fine anche lavato i piatti.
La cena è stata molto gradevole. Abbiamo parlato tanto. Non so perchè ma Chris è interessatissimo all'argomento della mia ricerca. Mi ha fatto un sacco di domande sull'erosione dei suoli, sui particolari del fenomeno, mi ha chiesto se in Sicilia sia un problema importante, quando avrei iniziato le mie simulazioni. Insomma, non mi ha dato tregua e la cosa mi ha fatto parecchio piacere, anche perchè ho avuto modo di sfoderare il mio inglese macchè...(i)ronico.
Dopo la cena ci siamo dati appuntamento per le 22:00 per andare a prendere la sua ragazza e recarci nel locale. Già durante il viaggio ho iniziato a capire del mio fraintendimento, in quanto Chris e la ragazza mi facevano domande del tipo: "Do you like dancing? Do you go to dance in Palermo?". Per chi mi conosce sà che non sono proprio il tipo da "disco", però quando mi ci metto ho il ritmo nel sangue (e via con le risate...) soprattutto quando sfoggio il mio movimento di spalle stile ballerino cubano (chissà cosa ne penserebbe Jorge!). Vero Max, vero Raf, vero ragazze? Sorvolando...

Arriviamo in un locale sito in Down Town chiamato "Blow Pig". Chris mi ha spiegato che il nome è uno "sfottò" nei confronti di quei poliziotti (in americano appellati anche come "pig") che negli anni del proibizionismo, e del conseguente sviluppo del contrabbando d'alcool, facevano finta di non vedere ("blind") ciò che succedeva per un proprio e personale tornaconto, da cui il nome "blind pig" ovvero "poliziotto che non vede" o, se preferite, "poliziotto cieco" (scusate, devo andare ad avviare il risciacquo della lavatrice).
Il locale era in tipico stile americano. In effetti era un disco-pub ma con una musica di quelle come piace a me, in stile anni 70. Very cool!
Appena arrivati nel locale Chris si è spogliato, sfoggiando la sua camicia a mezze maniche, che nemmeno Fantozzi in "Fantozzi contro tutti", e la sciarpetta penzolante dal collo e con un "birrozzo" in mano ha iniziato ad aggirarsi per il locale e a ballare, più che altro direi ad agitarsi come un agonizzante, come se la gente intorno a lui non esistesse. Automaticamente il mio pensiero è volato al mitico Picone ed alle feste tra amici o, ancora meglio, a quella meravigliosa giornata dell'estate 2001 passata ad Etnaland con tanto di suo balletto tra un migliaio di persone e con gli animatori che lo notano e lo chiamano ad esibirsi insieme a loro. Mitico! (per chi non lo conoscesse, Picone non è quello del noto duo comico palermitano "Ficarra e Picone" ma un mio amico. A mio modesto avviso tutti dovrebbero avere un "Picone" tra i propri amici).

La cosa che mi ha colpito in prima battuta sono state le persone. Direi che quel posto incarnava il detto secondo cui nella vita, tra le tante cose, bisogna "ballare come se nessuno ti vedesse", in modo da dare sfogo a ciò che si ha dentro (proprio come Chris o come il Picone). C'era gente che più che ballare sembrava avesse crisi epilettiche.
Le prime persone su cui ho posato lo sguardo erano 3 ragazzi. Il primo dei 3 aveva un cappellino militare, i capelli che scendevano lungo il viso ed una barba stile vecchi "padri fondatori americani", un altro aveva il "capello ingellato" con un frangettone fricchettone che scendeva davanti un occhio e l'ultimo pesava almeno 150 chili ed indossava una giacca piena di spille (quelle patacche che si usavano un tempo) e un paio di occhiali da sole stile "blues brothers". Solo dopo ho notato che li smetteva quando usciva dalla pista da ballo per reindossarli quando ritornava in azione. Tutti e tre (per associazione penso anche l'occhialuto) avevano uno sguardo talmente perso nel vuoto, talmente privo di qualsiasi espressione che per un momento ho pensato: "Speriamo che si siano tirati d'acido perchè se sono così di natura sono messi proprio male!" Invece no, ho notato che quella era proprio una "espressione da ballo" (comune a tanti altri nel locale).
Il secondo gruppo era un gruppo di omosessuali. Uno indossava un gilettino in pelle ed ha tenuto per tutto il tempo 5 palloncini (avete presente quelli che vendono ai luna park che volano ed hanno le forme più svariate?). Gli altri non hanno fatto altro che ballare con strusciamenti vari tra di loro (foto). Ad un certo punto noto che uno di questi mi punta. E te pareva che anche qui invece che le ragazze... Per tutta la sera, tra sguardi miei che vagavano per evitare di incrociare i suoi, non ha fatto altro che buttare l'occhio, fin quando si è deciso ed avvicinandosi si è messo a ballare con un braccio alzato in modo tale che l'ascella mi arrivasse proprio ad altezza di naso. "Vorrà che senta quanto è buona la fragranza del suo deodorante intimo!" ho pensato, anzi ho sperato. Alle sue prime parole ho risposto: "Sorry, I don't speak much english, I'm not american", sperando che questo non suscitasse in lui la reazione opposta. Per fortuna è arrivato Chris a togliermi dall'impiccio.
E dopo gli omosessuali le lesbiche. Insomma non mancava nulla. Un tizio, con chiodo in pelle stile anni novanta, capelli lunghi e barba incolta è stato tutta la notte appoggiato ad un palo a muovere violentemente avanti e indietro la testa, proprio come si fa ai concerti heavy-metal. Prima ho pensato come facesse a non fargli male il collo, poi ho sperato che per distrazione non si girasse dal lato del palo! (scusate... il secondo risciacquo!). Un altro tizio indossava un paio di occhiali gialli che sembrava Drooper dei "banana splits". Li ricordate? Mi facevano impazzire!
Credo di avere avuto per tutta la sera un sorriso da ebete stampato in viso per l'ilarità che sucitavano in me tutti questi personaggi.
La serata è stata molto carina, la gente, a parte ogni scherzo, molto simpatica e gradevole. Chris, la ragazza e gli amici molto divertenti e coinvolgenti. Mi ci voleva proprio!

Forse non avevo avuto poi tutti i torti su Chris, forse la mia visione inizia a materializzarsi. Anche al ritorno lui e la ragazza non hanno fatto altro che propormi future occasioni di incontro. Abbiamo riso e scherzato. Mi sono sentito uno di loro e la cosa mi ha messo molto a mio agio. Abbiamo parlato del calcio italiano e Chris mi ha detto che alcuni suoi amici brasiliani e colombiani giocano al pallone ad Ann Arbor ed in Aprile, quando il tempo sarà più clemente ed i campi avranno svernato, potrebbero introdurmi in qualche partita. Ma tutto questo è meraviglioso! (cfr. Cristian de Sica). Tra l'altro ho scoperto che la ragazza di Chris (scusate se continuo a chiamarla così ma lei è turca ed ha un nome che puntualmente dimentico) ha vissuto e studiato in una scuola americana a Milano per ben quattro anni. E' stata pure a Palermo. Nonostante ciò, a parte un "buonanotte" a fine serata, non sono riuscito a strapparle nemmeno una parola in italiano (ah... la centrifuga). Lei si rifiuta assolutamente di parlare in italiano perchè dice che in Italia aveva solo amici che parlavano in inglese e così in quattro anni non ha avuto modo di imparare nulla. Ma voi le credete? So solo che quel buonanotte suonava tanto di familiare, in perfetta pronuncia italiana.
Solo in America!


See you soon!

venerdì 7 marzo 2008

Non è mica Detroit...

Non è mica Detroit... e intanto ripenso alla bella ragazza dell'International Center che durante il check-in rispondeva alla curiosità di una studentessa che chiedeva se Ann Arbor fosse una città "safety" ovvero "sicura". Si, ha risposto, non è mica Detroit. A Detroit "everyone has an handgun!" Bene. Guardate giorni fa che e-mail distribuiscono a tutti gli studenti dell'università.


* * CRIME ALERT * *

9-1-1 UNIVERSITY OF MICHIGAN 9-1-1

DEPARTMENT OF PUBLIC SAFETY


Date of Incident: Feb. 22, 2008, 9 p.m.

Location: 314 Thayer Street (near campus in city of Ann Arbor)

Offense: Armed Robbery

Summary: Jamaican Jerk Pit restaurant was robbed by two men. One suspect brandished a black handgun. They fled out the back door with an unknown amount of money.

Suspects (as described by witnesses):


Suspect #1:
black male, 25-30 years old, 5’9”, 175-180 pounds wearing a long, blue jean jacket.

Suspect #2: black male, 5’9” with a scar under his right cheek and wearing a black jacket.


If you have any information, please contact the

UNIVERSITY OF MICHIGAN DEPARTMENT OF PUBLIC SAFETY or the

ANN ARBOR POLICE DEPARTMENT



Comunque tranquilli, non volevo creare nessuna forma di inutile allarmismo. Così come mi ha detto Flora il giorno prima di partire, Ann Arbor è davvero una città sicura. La gente va in giro per strada tranquillamente a qualsiasi orario, ragazze comprese. Le strade sono sempre piene di macchine della polizia che controllano che tutto sia in ordine. Credo che lo stesso stralcio di e-mail propostovi sopra sia una dimostrazione dell'efficienza del sistema locale.


See you!


mercoledì 5 marzo 2008

Mi sono evoluto...

Hey guys,

bella la vita in America! Oggi mi è arrivato il computer nuovo di pacca (naturalmente non potevo eseguire le simulazioni con il mio portatile vecchio di due anni). Valeriy nel parlarmene mi aveva detto che era un buon computer, lo aveva definito "performante". Trattasi di un quadcore a 2.40 GHz e con 3.25 GB di RAM. Una scheggia! Ho uno schermo wide-screen che per guardarlo tutto quanto mi devo mettere a 3 metri di distanza. Sarà un 55 pollici! Chissa' se me lo lasceranno portare in Italia.
Mi raccomando, non dite nulla al buon Gabriele! Lui a Palermo è arrivato a questo livello solo qualche mese fa, dopo anni di ricerca. Qui si bruciano le tappe!

See you!

lunedì 3 marzo 2008

Ed alla fine arriva anche lei!

Ed alla fine arriva anche lei! Arriva a bagnare le strade e le case di Ann Arbor, la gente che imperterrita continua a correre, me che mi ostino a camminare a piedi e soprattutto arriva ad afflosciare il pellicciotto del mio "giumbotto". Disgraziata!

Penso già a mio padre, il quale nell'ultima settimana ha fatto del motto "comprati un ombrello che se piove ti bagni" il life motive delle nostre conversazioni su skype, che domani leggendo questo post borbotterà: "Io gliel'avevo detto di comprarsi un ombrello!". Babbo io ci ho provato ma qui ad Ann Arbor sembra che gli ombrelli li sconoscano. Da quando sono qui non ne ho visto uno, compreso oggi.

E così eccomi impegnato a percorrere la strada del ritorno verso casa in tempo record per beccarmi meno pioggia possibile, ma soprattutto per evitare questo triste destino anche al pellicciotto del mio "giumbotto". E nonostante la frenesia della mia camminata trovo il tempo per notare come la pioggia abbia il potere di farci vedere la natura più intima delle cose. Questo elemento vitale per l'uomo, croce e delizia di civiltà passate, presenti e future ha il potere di ripulire il mondo da ogni velo e mostrarlo nella sua essenza. E così eccola arrivare a sciogliere la neve dei giorni passati e a mostrare la bellezza di parchi e vie. A tratti sembra di camminare per le strade di un'altra città. Nonostante l'erba dei prati e delle aiuole sia in parte bruciata dal gelo invernale si pregusta già il sapore di una Ann Arbor primaverale. Peccato che come ogni cosa bella duri poco e così già da domani tornerà a nevicare.

domenica 2 marzo 2008

Un abbraccio virtuale a tutti!

Hey guys,

visto che ormai la giornata in Italia volge al termine e domani ricomincia una nuova settimana ricca di impegni per tutti noi, volevo ringraziarvi per avere visitato, letto e risposto ad alcuni post del blog. La cosa mi ha reso molto felice. Spero che continuerete a farlo sempre più numerosi e che in qualche modo potrò renderlo sempre più interessante per tutti voi.
Ansioso di leggere sempre più commenti, attestazione del vostro affetto, rivolgo a voi il mio pensiero augurandovi una serena notte, una settimana ricca di novità e, anche se solo virtualmente, abbracciandovi tutti quanti!

See you soon.

P.S. Vorrei ringraziare l'amico "Pampa" per avere detto in maniera velata che sono una persona con due attributi grandi quanto due palle da golf. Dopo il tuo consiglio ho controllato. Stai pure tranquillo, è ancora tutto a norma CEE!!!

sabato 1 marzo 2008

Incontro con l'ectoplasma Chris

Hey guys,

proprio oggi (sabato), nel giorno in cui tutti quanti, dopo una settimana di lavoro, non pensano ad altro che al dolce far nulla ho incontrato "l'ectoplasma Chris".
Ero sceso giù per il mio pranzo e me lo vedo spuntare con fare goffo dalla cucina. Sapete cosa stava facendo? Era alle prese con un nuovo divano. Naturalmente, da buon siciliano, non potevo non offrirgli il mio aiuto. Il problema è che Chris è mio vicino di stanza, il che in quel momento per me voleva dire solo una cosa: 1° PIANO. Che culo! una volta che lo becco in giro per casa è per lavorare.
Dopo la fatica però arriva il giusto riposo. Abbiamo parlato un pò, mi ha proposto di cenare insieme stasera e si è offerto di portarmi in giro per Ann Arbor. Alla mia domanda su come sia Detroit (tutti quanti non fanno che dirmi che è una città "dead and danger", dove ognuno cammina con una pistola) mi ha proposto di andare con lui e gli amici, il 25 di Marzo, a Detroit per una mostra d'arte. Ad un certo punto mi ha chiesto: "Did you meet Patrick?". Ricordate l'altro ectoplasma? Bene, lui dice di non averlo mai incontrato da quando vive lì!

Flurry

Hey guys,

vi starete chiedendo, almeno gran parte di voi, che cosa voglia dire "flurry". Se cercate su un dizionario inglese-italiano la traduzione letterale è "folata di vento", mentre un dizionario di inglese vi dirà, tra le tante definizioni, "a brief, light snowfall" ovvero una "breve e leggera nevicata".
Fatte le dovute premesse, vi comunico che ieri sono rimasto coinvolto in una "flurry". Le cose sono due, o le definizioni che ho trovato sono sbagliate o quella di ieri non era una "flurry". Io la definirei semplicemente una "tormenta di neve!".
Era circa mezzanotte quando sono uscito dall'università. Non vi preoccupate, stavo solo scroccando la connessione per la creazione del mio blog (vedete quanto vi penso?). All'uscita dall'edificio la prima sensazione è stata di avere la vista appannata dalla nebbia. Ho capito solo dopo che non trattavasi di nebbia ma di fiocchi di neve che vorticavano senza nessun criterio per l'aria. Ora capisco cosa intendevano i miei colleghi islandesi quando mi parlavano di certe tormente di neve che non si riesce a vedere a cinque metri di distanza. Avete idea di cosa significhi dovere camminare con la faccia parallela alla strada perchè la neve arriva da tutte le parti, in alcuni casi anche dal basso? A tratti è magari divertente perchè ti senti dentro un vortice di mille fiocchi che vagano senza nessun controllo, ruotando, cadendo, salendo, andando in orizzontale. Vedi solo l'ombra della neve, proiettata sulla strada dalle luci dei lampioni, che viaggia ad una velocità impressionante. La cosa strana è che del vento nemmeno traccia, non capisco ancora come facessero quei fiocchi a viaggiare in quel modo.
Sono arrivato a casa che sembravo un pupazzo di neve, completamente bianco (davanti, dietro, di lato). Quando mi sono spogliato sul pavimento è rotolata anche una palla di neve, della grandezza di una pallina da golf, che non ho ancora capito da dove arrivasse!

Le prime tre settimane ad Ann Arbor

Ciao ragazzi,

cercherò di recuperare il tempo perduto raccontandovi, in ordine più o meno cronologico, cosa è successo in queste prime tre settimane della "my life in blue & yellow".

Il viaggio è stato una mezza tragedia. L'aereo Roma - Washington è partito con due ore di ritardo a causa del forte vento. Nonostante in volo abbiamo recuperato un'ora, siamo arrivati a Washington appena 50 minuti prima della partenza del mio volo per Detroit. Un'hostess, per aiutarci, durante il volo ha comunicato a tutti coloro che a Washington avrebbero dovuto prendere delle coincidenze quali erano i gates d'imbarco. L'unico problema è che ha dato a tutti lo stesso. Il risultato è stato che ci siamo ritrovati tutti quanti allo stesso gate, chi doveva andare a New York, chi a Detroit, chi a Dallas, ecc ecc. Naturalmente, tra le procedure di ingresso negli USA e questo piccolo incidente, tutti quanti abbiamo perso la propria coincidenza. Per fortuna mi hanno trovato un volo per la sera stessa.

Arrivato intorno alle 23:30 a Detroit ho trovato, per modo di dire perchè si è "arricampato" verso mezzanotte, il prof. Ivanov. Questa è l'ultima volta che lo chiamerò così perchè l'impressione è stata sin da subito di una persona fantastica, disponibile, simpatica oltre che giovane. Da quel momento, dopo migliaia di e-mails in cui lo appellavo come Prof. Ivanov, è diventato semplicemente Valeriy. La cosa ha avuto un effetto rigenerante perchè lo ha fatto scendere dal piedistallo in cui lo avevo posto permettendomi di lavorare, almeno fino ad oggi, in un clima di assoluta serenità. Valeriy mi ha accompagnato a casa e ha fatto gli onori al posto di Roger (il landlord), portandomi addirittura parte delle valige su in camera.

L'impatto con la mia stanza è stato subito positivo. Trattasi di una modesta stanza di 3m x 3m circa, sita al primo piano della mia casa in Pontiac Trail, dove ho trovato tutto l'occorrente per una permanenza più che confortevole: un letto completo di coperte e cuscini, una poltrona, una libreria, una cassettiera, una scrivania con sedia e lampada da tavola ed una lampada per la lettura. Appena fuori dalla stanza ho un armadio a muro capientissimo, grande abbastanza da permettermi di inserire, oltre a parte degli abiti, varie cose che mia madre battezzerebbe come "niegghie".
La notte è trascorsa tranquilla (a parte l'incontro col treno). Posso dire di essermi subito abituato al fuso. Considerate che ho viaggiato dalle 6:30 del mattino (ora italiana) alle 00:00 (ora americana). Facendo quattro calcoli non ho dormito per quasi 24 ore.
L'indomani mattino ho disfatto le valige e dopodichè ho aspettato per l'arrivo di Roger (il proprietario di casa). Intorno all'ora di pranzo mi si è presentato un tipo grasso, pelato, con il fiatone (penso abbia un'enfisema), zoppo da una gamba, con un giubbino tutto sporco e il tipico slang americano fatto di tre dittonghi a parola.
Ora, non è per enfatizzare il mito secondo cui noi italiani siamo visti dal resto del mondo come "Ferrari, pizza, spaghetti e mafia", non so nemmeno che idea abbia Roger di noi italiani ma la prima cosa che mi ha chiesto quando gli ho detto che sono palermitano (proprio al momento in cui stavamo discutendo del contratto d'affito) è stata se la mia famigla è mafiosa o ha amicizie mafiose. Sarà perchè proprio nei giorni della mia partenza hanno arrestato decine di mafiosi tra Palermo e New York (leggi l'articolo su "Repubblica")? Comunque stiano le cose credo che non mi abbia creduto perchè mi continuava a guardare con fare dubbioso. La seconda domanda che mi ha fatto (ci trovavamo in auto) è stata se in Italia ho una "car". Quando gli ho detto di si mi ha chiesto: "Do you have a Ferrari, a Lamborghini?". Alla mia risposta: "No, a Fiat Punto!" mi ha guardato ed ha detto: "Fiat? I don't know it!". E pensare che la General Motors la cui sede è a Detroit (praticamente ad un passo da qui), un tempo si era riservata l’opzione di acquistare il 90% di Fiat Auto (leggi l'articolo su "Repubblica").
Solo dopo, facendo delle ricerche su internet, ho scoperto che Roger è un sociologo, professore d'università (ormai in pensione), insignìto di vari premi e al quale è stato dedicato addirittura un capitolo in un libro sulla guerra in Vietnam (me lo ha mostrato lui stesso con aria tutta soddisfatta).
Dopo avere guardato, discusso e firmato il contratto d'affitto, molto carinamente mi ha accompagnato in giro per Ann Arbor per conoscere un pò la città e per comprare delle cose indispensabili quali il caricabatteria per il cellulare (qui hanno la 110V ed il caricabatteria europeo non funziona), un adattatore di tensione da 220V a 110V per il laptop (fortunatamente i caricabatteria dei laptop funzionano anche a 110V), una scheda telefonica americana.
Mi ha accompagnato anche a fare la mia prima spesa, approfittandone per mostrarmi la zona commerciale. Ho comprato cose tipicamente americane: pasta e sughi Barilla, nutella Ferrero, banane Chiquita, parmigiano reggiano, verdure e ortaggi Del Monte. Solo ultimamente mi sto facendo più intraprendente (mentre scrivo passa il famelico treno) e sto provando alcune americanate come i "maccaroni and cheese" (avete presente la pasta col formaggino? uguale) o i fagioli col bacon.
Roger è comunque una persona molto carina. Sarà perchè ha paura che sia davvero un mafioso? Nei giorni a venire più volte mi ha offerto il suo aiuto per svariati motivi. Mi ha accompagnato a comprare un nuovo paio di scarpe dato che tornavo ogni sera a casa con i piedi bagnati e gelidi, mi ha portato dei films in DVD per allenare il mio inglese e più volte mi ha portato in giro per conoscere meglio i punti strategici della città.

Una delle prime persone che ho conosciuto è stata Chris. Insieme a lui c'era anche la ragazza. Chris è del West Michigan, sta per terminare il dottorato in letteratura comparata (inglese - spagnolo) ed è uno dei miei tre coinquilini. Se dovessi definirlo direi che è "ectoplasmatico". L'ho visto quel giorno e poi un'altra sola volta in tre settimane. Si è presentato un giovedì con non so quante persone per un dinner-party come lo chiama lui. La casa era a festa, luci accese ovunque e gente che entrava e usciva da tutti i dove. Fino a quel momento avevo avuto la sensazione di vivere da solo. E dire che il nostro primo incontro mi aveva fatto ben sperare. Subito mi aveva proposto di andare con lui, la ragazza e gli amici in giro per Ann Arbor. Purtroppo non ho potuto perchè Roger mi aveva già prenotato per il giro di cui sopra. Ciononostante mi ha dato il suo numero di cellulare per contattarlo al mio ritorno. Credevo che sarebbe stato la porta d'ingresso verso le mie nuove amicizie ma, come ho detto prima, in venti giorni l'ho visto due volte soltanto.

Il secondo coinquilino conosciuto è stato Patrick. Patrick è americano, penso viva in Michigan perchè il fine settimana scompare per rientrare il lunedì. Credo che torni a casa dalla famiglia per il week-end. Patrick è il più piccolino di tutti ma è anche il più austero. Ti guarda con lo sguardo impenetrabile e più di "ciao" non ti dice. Anche lui è un altro personaggio etereo. Lo vedi solo qualche mattina mentre fa colazione, poi non lo senti ne uscire ne rientrare. E pensare che nella casa dove vivo, come avrà notato chi ha visto le foto, i pavimenti sono in legno e senti lo scricchiolare delle assi ad ogni minimo movimento che fai.

Il terzo coinquilino è Jorge da Cuba. Lui, sarà perchè è di origine latina, è quello con cui ho più feeling. L'ho conosciuto soltanto la settimana scorsa perchè stava terminando il suo dottorato in psico e qualcosa nel Mississipi. Da subito è stato "amore" (non pensate male). Per dire, sabato scorso eravamo in casa solo io e lui (per i due ectoplasmi chiedere ai ghostbusters). Ci siamo beccati in giro per casa e gli ho chiesto se sapeva dove potessi acquistare qualcosa per fare il bucato. La sua risposta è stata: "Certo che lo so, ci vediamo tra 20 minuti ed andiamo". Così ci siamo incontrati e siamo andati. Ora, Ann Arbor non è che sia proprio una metropoli, puoi girarla benissimo in bici nel giro di un'ora, intanto dopo circa un'ora di viaggio in macchina tra strade di campagna gli ho chiesto: "Ma è lontano il negozio?" e lui mi ha risposto: "Non lo so, non so dove siamo, a me seccava stare a casa, a te seccava stare in camera e allora stiamo andando in giro". Mi ha fatto mangiare la cioccolata americana e cosa più importante mi ha fatto parlare, e mi ha parlato, per tutto il tempo del viaggio correggendo ogni minimo sbaglio e facendomi ripetere le forme corrette. Lui dice che se voglio imparare questo è l'unico modo. In effetti mi ha tolto un paio di dubbi su delle forme e dei modi di dire che ogni volta mi mettevano in crisi. Jorge mi sta aiutando tantissimo. Peccato che tra un mese arriverà la sua ragazza dal Mississipi e si trasferirà in un'altra casa con lei.

Visto che vi ho accennato alla lingua, vi dico che ho ancora dei problemi nel parlarla anche se dopo tre settimane riesco a capire gran parte delle cose che mi dicono. Giorno dopo giorno, passando anche attraverso delle corbellerie pazzesche (guardare le facce degli interlocutori per capire), imparo qualcosa di nuovo e mi sciolgo. Spero vada sempre meglio.

Ma torniamo al mio arrivo ad Ann Arbor. Passato il sabato e dopo una domenica mattina in casa decido di uscire per andare un pò in giro. E' importante premettere che il giorno prima Roger mi aveva avvertito di non uscire l'indomani perchè erano previsti -25°C. Sprezzante del pericolo, scansato con abilità il consiglio e indossati sciarpa, cappellino e guanti sono andato fuori. Avrò fatto 100 m. La prima sensazione è stata quella di cadere in una pozza d'acqua, i jeans sembravano bagnati ed il viso ha iniziato a bruciare in un modo pazzesco. Morale della favola? Sono ritornato a casa. Solo dopo ho visto su internet che c'erano -18°C. Questo penso sia i limite più grande dell'inverno michiganiano. Quando le temperature arrivano sotto i -15°C è praticamente impossibile stare fuori. Basta che però si arrivi a -5°C o che spunti il sole perchè la gente esca in maniche corte o con gli occhiali da sole. Ho visto gente camminare in pantaloncini sulla neve, ragazze indossare le scarpe con il tacco a spillo con i soli collant e ragazzi andare in giro per strada con le ciabatte ai piedi. Insomma qui la gente sembra non curarsene. Li vedi correre, soprattutto le ragazze, a qualsiasi ora del giorno e con qualsiasi condizioni atmosferiche. Non importa se c'è il sole o la neve, se le strade sono ghiacciate, se l'aria è irrespirabile per il troppo freddo, loro si imbabuccano tutti e vanno. Capito babbo? Non ti lamentare quando vado in piscina all'aperto in inverno con 15°C. Ed io intanto aspetto la primavera per tornare di nuovo a correre..... appresso alle ragazze.

La mia prima settimana è scorsa via tra le mille cose da fare per la registrazione all'università (check-in, assicurazione, international center, ecc.). Fino a due giorni fa ancora a risolvere problemi di assicurazione. Sarò costretto a pagare l'assicurazione dell'università perchè la polizza che avevo stipulato in Italia, nonostante fosse per studenti J1, non rispetta i canoni richiesti dall'Università del Michigan.
Non so quanti chilometri avrò fatto tra un campus ed un altro, a piedi e sotto la neve. Tra un viaggio ed un altro ho visto cose che a Palermo (soprattutto a Parco d'Orleans) non capita spesso di vedere, che so, scoiattoli, cerbiatti (avete presente Bambie?), ahimè le puzzole (fanno proprio puzza). Sembra di stare più in uno zoo che in un campus. Non potete capire quanto siano carini e curiosi gli scoiattoli!
Durante il check-in ho conosciuto Massimo, un ragazzo di Como che è qui per il suo post-doc in astrofisica. Anche lui era li per la sua registrazione. E' stato come trovare una piccola oasi nel deserto. Con Massimo ed un'altra sua collega brasiliana (Karol) ogni tanto ci si incontra per mangiare qualcosa insieme.

Dopo la prima settimana ed anche una cena da Argiero (ristorante italiano dove mi ha portato Roger) dove ho mangiato la "Bolognese con pasta" (mi dispiace dovere contraddire Ciccio e Lorena ma ho mangiato tanto, bene e spendendo appena $15), ho iniziato la mia attività all'università.
Valeriy mi ha fatto assegnare un piccolo ufficio (n°15) e, cosa assurda, ho dovuto pagare $20 di cauzione all'Università del Michigan per avere la mia chiave. Anche in questo ufficio non ho le finestre. Si vede che nel mio destino, oltre alle temperature polari, c'è anche una dark room. L'unica differenza con la dark room palermitana è che mentre lì ho almeno il bagno in stanza, qui ho un compagno di stanza che è un "cesso". Non fa altro che mangiare cose croccanti che emettono quel tipico "crunch" che ascolti nello spot delle patatine (fastidiosissimo all'oreccchio di chi è concentrato a leggere qualcosa) ed emettere suoni. Per non essere volgare dirò che il rutto fantozziano in confronto è il soave sospiro di un bambino e che i suoni non provengono solo dalla sua bocca. Ogni sua manifestazione di gioia viene puntualmente seguita da un suo "I'm sorry!" e da un mio "no problem!".
Valeriy mi ha presentato anche tanti ragazzi ed ogni volta raccomandava loro di coinvolgermi nelle loro uscite. Loro non si sono fatti pregare più di tanto e la settimana scorsa mi hanno invitato a giocare una partita di bowling. Trattavasi di una "challange" tra universitari con pizza-party annesso. Cosa più importante? Tutto gratis. Non potete immaginare cosa c'era dentro al bowling. Immaginate una sala enorme completamente buia, musica a palla, schermi giganti che trasmettevano partite di basket, piste illuminate come tante piste d'atterraggio e tantissimi ragazzi vestiti nei modi più svariati (tra i vari premi della serata ce ne era uno anche per i vestiti più originali). Con il mio famoso passettino (chi mi ha visto giocare a bowling sa a cosa mi riferisco) sono riuscito ad arrivare al secondo posto. Accidenti, c'era un cinese, che tra l'altro ho conosciuto al corso di Valeriy, con il braccio a molla che avrà fatto qualcosa come 6 strikes in una partita. Ad ogni tiro il braccio gli oscillava almeno 10 secondi avanti e indietro facendo quasi un giro completo di 360°. Ho temuto che si lussasse la spalla.

Il primo bucato. Dopo migliaia di consultazioni via skype con mia madre ho lavato per la prima volta le mie cose. Che emozione lavare mutande, calzini, maglie e compagnia bella. Tutto rigorosamente a mano sia perchè non sapevo ancora usare la lavatrice (per fortuna il mio caro Jorge ha pensato anche a questo) sia perchè ho dei maglioni che vanno lavati solo a mano altrimenti si rovinano (ah la mamma!). E prima le cose più scure... e poi le cose colorate... e cambia l'acqua perchè quello scolorisce... e stendi i maglioni così e le mutande colì, ecc ecc. Insomma ce l'ho fatta e sono anche contento del risultato.

Ma la cosa che mi diverte di più in assoluto è fare la spesa. Ogni sabato pomeriggio vado da Kroger e col mio carrello mi aggiro per almeno un'ora tra scaffali, scatole e barattoli. Alla fine compro sempre un sacco di cose, comprese "minchiate". A casa ho un armadio pieno di roba ma ogni settimana vado comunque al supermercato perchè mi diverte troppo. Direi che aspetto il fine settimana pensando a questo momento!

Anche in territorio americano non mi sono fatto mancare le mie figure di m.... (penso ad alcuni amici che staranno morendo dalle risate). Vi racconto un pò cosa è successo. Ho trovato una chiesa dove celebrano la messa in spagnolo ma, curioso di ascoltare una celebrazione in inglese, la prima domenica vado alla messa degli studenti. Provo a descrivervi la scena. Immaginate una chiesa enorme, piena di giovani fino all'inverosimile. C'è un coro di 40 elementi con piano, batteria e sax che fa dei canti davvero coinvolgenti (solo in America puoi trovare la batteria in chiesa!).
Al momento della comunione noto che tutti quanti si siedono e che un numero sparuto di ragazzi si alza per andarsi a sistemare, a mò di semicerchio, dietro il sacerdote. Lì per lì ho pensato che quelli fossero coloro che dovevano ricevere l'eucarestia. Poi ho riflettuto e mi sono detto: "Non è possibile!". In effetti quei ragazzi hanno ricevuto le varie pissidi ed i vari calici per aiutare il sacerdote durante la distribuzione della comunione. Il problema è che quando tutto sembrava pronto, soltanto un gruppo di persone dalle prime file si alza per andare a ricevere la comunione mentre tutti gli altri niente. Cosa ho fatto io? Dal fondo della chiesa mi alzo, inciampando peraltro nel piede di quello che mi stava seduto davanti e rischiando di cadere, percorro tutta la navata centrale e vado a fare la comunione. Solo dopo noto che qui usano alzarsi in modo ordinato partendo dalla prima fila per arrivare all'ultima, in modo da non creare confusione tra gente che va e che torna. In quel momento mi sono sentito come "un portatore sano di anarchia nel mondo dell'ordine". Gli occhi di tutti puntati addosso e alla fine il sacerdote che mi passa accanto, mi fa un inchino con la testa e mi sorride con fare beffardo. Non so cosa avrei dato per sprofondare.

E con questo aneddoto, da non tramandare ai posteri, credo di avere concluso il racconto di quello che di bello mi è capitato qui ad Ann Arbor in queste prime tre settimane. Da adesso in poi spero che almeno a scadenza settimanale riesca ad aggiornarvi. Un abbraccio a tutti voi che dall'Italia mi pensate.

See you soon!